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Ivoriano accoltella due persone: ha la protezione speciale

Alessandro Gonzato
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Ha accoltellato un poliziotto che l’aveva arrestato un mese e mezzo fa. L’ha atteso sotto casa, poi il fendente all’addome. Il delinquente, Kader Doumbia Daouda, 22enne ivoriano arrivato clandestinamente a Lampedusa a inizio 2016 e che gode dell’istituto della protezione speciale che il governo tra gli strali della sinistra vuole togliere (il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ne ha fatto un punto fermo) è stato arrestato dopo l’inseguimento di una volante chiamata dai genitori del malcapitato agente, che era fuori servizio. È accaduto a Palermo. L’ivoriano ha ferito anche un uomo che aveva provato a disarmarlo.

Sia lui che l’agente non sono in pericolo di vita. Daouda è accusato di duplice tentato omicidio. Va ad aggiungersi ai precedenti per tentata estorsione in flagranza di reato; esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza; violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di indicare le generalità. In merito a quest’ultimo episodio un cittadino aveva chiamato il 112 dopo aver trovato la macchina danneggiata. 

Era parcheggiata in una strada in cui l’immigrato faceva il posteggiatore abusivo e alla richiesta di fornire le generalità aveva aggredito i poliziotti, tra questi l’agente accoltellato ieri. Ha beneficiato della protezione speciale, dicevamo, lo straniero. Il “permesso di soggiorno per protezione speciale” è stato introdotto dal secondo governo Conte (Pd e 5Stelle) dopo che Salvini ministro dell’Interno l’aveva ridimensionato tramite i “decreti sicurezza” (si chiamava “protezione umanitaria”). Era rimasto per alcuni casi come per gli immigrati scappati dopo violenze sessuali o per discriminazione religiosa. Luciana Lamorgese, succeduta a Salvini, l’ha reintrodotto in toto.

LE MODALITÀ
La protezione speciale consiste in un permesso di soggiorno di 2 anni, rinnovabile e convertibile in un permesso di soggiorno per lavoro, al richiedente asilo che non possa ottenere o non abbia ancora ottenuto la protezione internazionale. L’ivoriano è sbarcato in Italia il 21 gennaio 2016 e ha fatto domanda di protezione internazionale alla procura di Palermo il 12 febbraio 2018. La Commissione territoriale ha rigettato la richiesta perché «non sussisteva alcun fondato timore di trattamenti persecutori (in patria, ndr) nei suoi confronti né vi erano gravi motivi i carattere umanitario», e «non vi erano i presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria».

L’immigrato per ottenere lo status di rifugiato ha presentato ricorso, bocciato il 24 gennaio ‘19 dal tribunale che però gli ha riconosciuto il diritto a ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari, e da lì la concessione della protezione speciale. Il motivo? «L’inserimento positivo e il radicamento nel tessuto socio-economico italiano». Il rimpatrio l’avrebbe fatto «precipitare in una condizione di totale insicurezza economica». Il permesso di soggiorno scadeva il 23 dicembre ’21 e gli è stato rinnovato fino al 17 dicembre ‘23 «(...) poiché l’interessato» risedeva «stabilmente in Italia dal 23 gennaio ’16 e risultava «aver intrapreso un processo di radicamento nel Paese svolgendovi attività lavorative (...)». Quando è stato arrestato dal poliziotto accoltellato stava facendo il parcheggiatore abusivo. Ricorsi su ricorsi sono passati anni e così si è «radicato».

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