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Trieste, torturato e ucciso: il cadavere appeso a un guardrail. "Un messaggio"

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No, non siamo in Messico. Anche se i metodi sono quelli dei narcos: a Trieste è stato trovato il cadavere di un uomo, appeso a un guardrail della Grande Viabilità poco dopo la galleria di Vallemaura, in direzione Muggia. La vittima era legata ai piedi, gli occhi bendati con degli stracci. Sul posto sono subito intervenute le forze dell'ordine e il pm, Maddalena Chergia.

Per ispezionare il cadavere è stato necessario allestire un gazebo in mezzo alla carreggiata della super-strada. Il corpo, grazie ai mezzi dei Vigili del Fuoco, è stato issato sul luogo del ritrovamento e, dunque, portato in carreggiata, nel gazebo, dove è entrato in azione in medico legale.

Stando alle prime evidenza, la vittima ha anche numerosi traumi alla testa e tagli. Il cadavere è stato scoperto per puro caso da alcuni operai che stavano iniziando dei lavori di manutenzione su quel tratto per conto dell’Anas. Il luogo del ritrovamento è in una zona periferica della città, ma comunque a soli 10 minuti circa dal centro.

La vittima ha evidenti segni di tortura, come bruciature e percosse, tagli e contusioni probabilmente dovute a delle bastonate. L'età dell'uomo dovrebbe essere compresa tra i 40 e i 50 anni d'età. Trieste, ovviamente, è una città sconvolta.

Il cadavere, appeso al guardrail con un laccio, indossava una maglietta nera, una camicia e dei pantaloni color cachi. Vicino al luogo del ritrovamento, anche del nastro adesivo, probabilmente usato per immobilizzare i piedi. Il cadavere non porta segni di putrefazione: si suppone sia stato appeso nel corso della notte o in primissima mattinata. Si indaga per omicidio. Ma anche sul messaggio inquietante che l'esposizione del cadavere qualcuno ha voluto mandare. Chi ha ucciso avrebbe potuto gettare il cadavere nella scarpata sottostante. Ma non lo ha fatto. E ha scelto di appenderlo. Perché?

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