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Caivano, "se ti hanno stuprato è colpa tua": madre contro sua figlia

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Orrore nell'orrore a Caivano. In questa tragica storia di violenze sessuali si è appreso che la madre di una delle due giovanissime vittime, dopo aver saputo degli abusi subiti dalla figlia, avrebbe rimproverato la ragazzina, definendosi "assai delusa" da lei e sostenendo che "in qualche modo l’aveva voluto lei". È uno dei passaggi dell’ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Napoli Nord Fabrizio Forte ha disposto la custodia cautelare in carcere per i due maggiorenni indagati (gli altri sette sono minorenni). La ragazzina, che ha da poco compiuto 11 anni, ha spiegato di non aver mai parlato liberamente di quanto le stava accadendo con i propri genitori, che si erano separati poco tempo prima. La piccola, confidandosi con un carabiniere donna, ha aggiunto che la "madre, allorquando era venuta a conoscenza di tali episodi, a seguito dei messaggi ricevuti da suo cugino su Instagram, aveva reagito rimproverandola, dicendosi assai delusa da lei e sostenendo che, in qualche modo, l’aveva voluto lei".

 

 

Svolgendo l'inchiesta gli inquirenti hanno trovato anche i video delle violenze commesse sui cellulari degli indagati. I telefonini sono stati sequestrati e le indagini sono tuttora in corso di approfondimento. Nei filmati si vedono alcuni episodi di abusi sessuali descritti dalle vittime. Dei 9 indagati, il gip distrettuale presso il Tribunale per i Minorenni ha emesso ordinanza di custodia cautelare per i sette minori, applicando per sei di essi la misura della custodia cautelare presso Istituto Penale Minorile e per uno di loro il collocamento in comunità. Il gip di Napoli Nord ha emesso invece un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due maggiorenni del gruppo, applicando la misura della custodia cautelare in carcere.

 

 

L’indagine che ha portato a nove misure a carico di 9 persone, sette minori e due maggiorenni, per le violenze su due cuginette al Parco Verde di Caivano è partita dalle denunce presentate dal padre di una delle piccole e dalla madre dell’altra, che hanno riferito ai carabinieri delle violenze che le figlie avrebbero subito nei due mesi precedenti e del timore di una possibile diffusione di video riproducenti gli abusi.

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