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Frassica e il gatto? Panni stesi e rumori: quando i vicini sono nemici in tribunale

Claudia Osmetti
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Ogni anno, in Italia, sono circa un milione le liti condominiali che fanno infuriare, bisticciare, discutere i vicini di casa. Prendi quello che è successo alla famiglia di Nino Frassica. Frassica, in questi giorni, si trova a Spoleto per girare le ultime puntate di Don Matteo: dopo aver perso il suo Hiro, un batuffolo di pelo bianco, un sacro della Birmania, sua moglie Barbara Exignotis è finita accusata di stalking assieme alla figlia, Valentina Lubrano.

LA VICENDA
Una vicenda iniziata a fine settembre con la scomparsa di Hiro. A dare l’annuncio è lo stesso attore, la cittadina umbra si mobilita (anche perché Frassica promette una ricompensa di 5mila euro, poi raddoppiata a 10mila per chiunque lo ritrovi). Ma passano le settimane e del micio non se ne ha notizia. Nonostante gli appelli e il tam-tam che corre sui social, specialmente Instagram. Ed è proprio su Instagram che la vicenda comincia a complicarsi. Exignotis accusa una vicina di casa, una signora di 88 anni, di aver buttato Hiro per strada. Usa parole dure, tanto che a distanza di giorni, in una diretta ancora su Instagram, si scusa. Colpa dello stress e della tensione, dice. Tuttavia nel frattempo, il 3 novembre, la famiglia Conti (quella della donna che vive accanto ai Frassica) sporge denuncia per stalking e diffamazione contro Exignotis e contro Lubrano. Non è tutto: c’è anche una terza famiglia, che vive in centro a Spoleto, accusata dai Frassica di aver “sequestrato” Hiro, che presenta un esposto. Suo malgrado Hiro diventa un caso. Non è colpa dei vicini, sostengono i Conti che lamentano, semmai, una «tempesta di insulti, minacce gravi e atti persecutori». «Prendo xanax e prozac (due ansiolitici, ndr) per superare la scomparsa di Hiro», fa invece sapere Exignotis che considera quel felino alla sorta di un figlio, «stiamo facendo di tutto per riaverlo e questa è l’unica cosa che conta. Di tutto il resto si sta già occupando il mio legale» e può «solo confermare che, a seguito della querela, è stato aperto un fascicolo».

 

Al momento non è chiaro (ma neanche è escluso) se la famiglia accusata di avere Hiro nel proprio appartamento intenda intraprendere azioni giudiziarie. Sarebbe in buona compagnia: circa la metà delle liti condominaili, infatti, secondo uno studio del 2022 di Anammi, l’Associazione nazionale degli amministratori d’immobili, finisce in tribunale. E le corti civili italiane ne sanno qualcosa, visto che il 50% delle procedure aperte riguarda proprio queste questioni. Si litiga, si litiga parecchio (e la pandemia, coi lockdown di massa, di certo non ha aiutato nel senso opposto). Tra gli inquilini più litigiosi ci sono i veneti (il 12% delle liti avviene nella loro Regione), i campani e i laziali (il 10%), i lombardi (il 9%), mentre i meno bellicosi sono i sardi e i lucani (il 2%). Negli ultimi diciassette anni, addirittura, si contano almeno nove omicidi per dispute nate da incomprensioni o antipatie sull’uscio.

 

 

I MOTIVI
Il magazine Changes Unipol ha recentemente scoperto che un italiano su tre (mal)sopporta il proprio dirimpettaio, vuoi per i rumori molestia notte fonda del piano di sopra oppure per gli odori provenienti dalla cucina altrui, vuoi perché le spese condominiali non le pagano tutti (e-che-sono-io-l’unico-fesso?), vuoi il parcheggio selvaggio nelle aree comuni. Ma vuoi anche per a causa (per colpa no, perché loro di colpa non ne hanno) degli animali domestici. A Roma il 21% delle liti tra vicini di casi avviene per questa ragione, a Torino il 18%: i rapporto coi cuccioli diventa “incandescente” specie in ascensore o nel giardino condominiale. secondo l’Aidaa, l’Associazione italiana a difesa degli animali e dell’ambiente, ogni giorno sono almeno settanta, in tutto il Paese, i bisticci di questo genere.

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