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Lago di Como, come hanno ritrovato la portiera del Suv

Roberto Tortora
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La tragica morte di Morgan Algeri e Tiziana Tozzo, finiti con un Suv Mercedes Gls nelle acque del lago di Como, ha sconvolto una comunità intera. Lui, 38 anni di Brembate di Sopra, paese in provincia di Bergamo già tristemente noto per altre vicende. Lei, 45 anni di Cantù e mamma di un ragazzo di 14 anni. Dai primi rilievi fatti dagli inquirenti, dopo il recupero dell’auto dal fondo del lago, l’ipotesi più accreditata è quella di un guasto meccanico, che ha fatto partire a razzo il veicolo, catapultandolo in acqua. Anche l’errore umano potrebbe aver innescato l’incidente, mentre è da escludere il gesto volontario. Qualcosa potrebbe non aver funzionato con il cambio automatico del suv, acquistato in leasing pochi mesi fa. Sono in corso sia la perizia sull’automobile sia l’autopsia sulle due vittime e daranno elementi in più per capire l’accaduto.

Lo scorso sabato sera il Suv Mercedes era parcheggiato fronte lago intorno alle 23, a circa tre metri di distanza dalla balaustra del piazzale di Villa Geno. Secondo i testimoni, la vettura è partita a razzo in avanti, spostando una panchina di granito e sfondando la ringhiera della passeggiata, per poi inabissarsi a 15 metri di profondità nel lago, dopo un volo di tre metri. Gli airbag si sono aperti nel momento dell’impatto con la superficie dell’acqua. I corpi sono stati ritrovati all’esterno dell’abitacolo e una delle portiere era sicuramente aperta. È possibile che Algeri, da esperto subacqueo, pilota e addestrato a interventi in caso di inabissamento qual era, abbia cercato di salvare sé stesso e la passeggera. Un’impresa disperata con temperature rigide, completamente al buio, in apnea e a una profondità rilevante.

 

 

Alessio Pengue, un amico e socio di Algeri alla Scuola volo Caravaggio, racconta: “Morgan si sottoponeva ogni anno a corsi di aggiornamento di ‘Water escape training’, che servono a imparare come uscire da un aereo finito in acqua e con l'abitacolo ribaltato: se non ce l'ha fatta Morgan a venir fuori dalla sua Mercedes finita nel lago, vuol dire che proprio non c'era modo di farlo. Perché se c'era una persona addestrata, quella era lui. Siamo tutti sotto shock qui. È falso che Morgan avesse noleggiato quell'auto per trascorrere la serata con quella donna e che, quindi, fosse poco pratico a guidarla. Ho perso non solo un amico e un socio, ma anche un fratello. Ci sentivamo tutti i giorni, ci siamo sentiti anche sabato, e non sapevo avrebbe trascorso la serata a Como né che frequentava una donna: me l'avrebbe confidato”.

 

 

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