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"La maledizione di Pompei" colpisce ancora: la malattia dopo il furto delle pietre

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"È solo sfortuna": questo si è sentire dire dai medici una ragazza alla quale avevano appena diagnosticato un cancro. Godeva di ottima salute prima di venire come turista in Italia, poi il brutto male che proprio non si aspettava. Cosa è successo? Secondo la giovane la sfortuna è quella di Pompei antica che si accanisce contro chi porta via dal parco archeologico qualche "souvenir" della città romana sepolta dalla lava del Vesuvio nel 79 d.C. Così, per riparare ha spedito in forma anonima al direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel dei piccoli reperti di pomice che aveva trafugato, chiedendo scusa e sperando, di guarire. 

 

"Non sapevo della maledizione", ha scritto la ragazza in inglese al direttore. "Non sapevo che non avrei dovuto prendere delle pietre. Nel giro di un anno mi sono accorta del cancro. Sono giovane e in salute e i medici dicono che è solo 'sfortuna'. Per favore accetti le mie scuse e questi pezzi. Mi dispiace". La risposta di Zuchtriegelk le è arrivata via social. Il direttore del parco archeologico su X le ha scritto: "Cara anonima mittente di questa lettera... le pietre di pomice sono arrivate a Pompei... Ora buona fortuna per il tuo futuro e 'in bocca al lupo' (in italiano, ndr), come diciamo in Italia".

 

La storia della giovane turista è solo una delle tante che hanno alimentato negli anni il mistero della maledizione di Pompei. Nel 2005 una ventenne canadese aveva rubato qualche tessera di un antico mosaico e subito dopo averle portate a casa la sua vita non è stata più la stessa: malattie, disagi, crisi finanziarie. Anche lei ha deciso di rispedire i reperti al direttore del Parco Archeologico di Pompei che ai tempi era Massimo Osanna che rivelò di decine di pacchetti postali per centinaia di reperti. Fece notare Osanna che la cosa più curiosa - sotto un punto di vista antropologico - sono le lettere di accompagnamento dei reperti trafugati che svelano uno spaccato umano tutto da studiare. All’origine del pentimento c’è infatti quella maledizione che aleggia su Pompei e su chiunque osi rubare un pezzo della sua storia. 

 

 

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