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Rummo, il patron della pasta insultato e boicottato per aver ospitato Salvini

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Diversi tentativi di boicottaggio contro la pasta Rummo si sono diffusi sui social dopo la visita del vicepremier Matteo Salvini allo stabilimento di Benevento. Fino a poco tempo fa, il sentiment era del tutto diverso. Nel 2015, infatti, lo stabilimento Rummo, azienda leader mondiale nella produzione di pasta, fu travolto da un’alluvione, ma grazie agli operai e al tam tam social, riuscì letteralmente a rinascere. Da ieri invece l’hashtag più diffuso è #boicottaRummo. "Sono letteralmente senza parole - ha detto Cosimo Rummo al Corriere della Sera -. Il ministro delle Infrastrutture viene a fare investimenti a Benevento, chiede di venire a visitare lo stabilimento, non capisco cosa vogliano: dovevo chiudergli la porta in faccia? Non capisco". 

Rummo, tra l'altro, ha spiegato di aver avuto anche altri esponenti politici ospiti nel suo stabilimento in passato: "Ho avuto in visita Gentiloni da premier, Andrea Orlando quando era ministro. Siamo un punto di riferimento nel Sud per l’eccellenza della nostra produzione, è un onore e un orgoglio poter accogliere le istituzioni. Al di là delle idee politiche, esistono le regole della buona educazione e del rispetto delle cariche. Io non chiedo la tessera di partito a nessuno quando entra a casa mia". Sul repentino passaggio da "salviamo Rummo" a "boicottiamo Rummo", l'imprenditore si è detto "dispiaciuto e meravigliato per il livello di democrazia e educazione che c’è in Italia". 

 

 

 

A chi lo ha accusato perché Salvini sarebbe contro il Sud, il signor Rummo ha risposto: "Allora ribaltiamo il ragionamento. Tanto più se fosse vero, visitando lo stabilimento si è reso conto che esiste un Mezzogiorno tutt’altro che figlio di un Dio minore, noi siamo avanguardia mondiale e lavoriamo nel Sud Italia". In ogni caso, l'imprenditore non è preoccupato: "Le persone sane capiscono benissimo e continuano a comprare la nostra pasta".

 

 

 

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