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Campi Flegrei, un altro terremoto: ecco quante sono le persone a rischio

Claudia Osmetti
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Ci (ri)siamo. Tremano i Campi Flegrei, trema mezza Napoli, tremano Bagnoli, Agnano e Fuorigrotta. Sono esattamente le 10.01 di ieri mattina quando il rilevatore dell’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) inizia a oscillare. L’epicentro del sisma è a Pozzuoli, il grado di magnitudo è di 3.4, per mezz’ora continuano le scosse (se ne registrano almeno cinque), più lievi ma comunque percepite. A Pozzuoli qualcuno scende in strada dopo quel boato, che è quasi “tipico”, anticipa sempre un terremoto, è dovuto al fenomeno del bradisismo (torniamo anche su questo).  Ma prima le buone notizie: va tutto nel migliore dei modi. Va, cioè, che non ci sono né danni né feriti né peggio. Nessuna ripercussione, in giornata si giocano pure la partita di basket tra il Napoli e il Treviso e quella di pallone tra il Napoli e la Juventus. Stadi pieni, palazzetti dello sport anche. Però «continuiamo a lavorare con la Protezione civile, con la Regione, con l’Osservatorio e gli altri Comuni della zona per mitigare i rischi e vivere con la giusta attenzione e la dovuta tranquillità», dice, che non è neanche pomeriggio, Gigi Manzoni, il sindaco di Pozzuoli.

Perché alla fine il punto è proprio questo. L’attività sismica dei Campi Flegrei non è di certo una novità. Sul sito dell’Ingv (ci siamo arrivati) si legge che, solo nel mese di gennaio 2024, i terremoti segnalati sono stati addirittura 245: il 96% dei quali, d’accordo, con una magnitudine inferiore a 1, però 245 in appena 31 giorni fanno più di otto al dì. «Dobbiamo essere coscienti del fatto che ci troviamo in un’area ad alta sismicità, si tratta di una “normale attività” vulcanica in una zona ben nota», racconta Gaetano Sammartino, geologo campano della Sigea, la Società italiana di geologia. «Ogni tanto ci sono queste crisi i cui effetti si notano per via dei terremoti, però c’è sempre stata un’attività bradisismica, ossia il sollevamento e l’abbassamento del suolo. In questo caso si tratta di un abbassamento e continua perlomeno da due anni. Se tutto questo dovesse evolversi in qualcosa di più importante nessuno lo sa e le previsioni non si possono fare. Quello che occorre, semmai, è capire se i fabbricati, le residente e gli edifici sono sicuri. Per farlo servono studi di microzonazione sismica che mettano in evidenza le condizioni del sottosuolo per stabilire le aree più vulnerabili. In parte sono stati fatti, ma non sono ancora pronti in quest’area. Adesso, col decreto Musumeci, si sta cercando di recuperare». Ha ragione, Sammartino. E ha ragione per un motivo molto semplice: la previsione forse no, ma la prevenzione sicuramente sì. Eppure è qui che cominciano le discussioni. Perché un piano di evacuazione generale dei Campi Flegrei esiste, tuttavia andrebbe aggiornato e a sostenerlo sono proprio i sindaci della zona che, a metà settembre del 2023, incontrando appunto il ministro Nello Musumeci (Protezione civile), han sollevato il problema.

 

 


Problema che, tra l’altro, va di pari passo col fenomeno dell’abusivismo edilizio, iniziato negli anni Ottanta e mai del tutto terminato. Nella “zona rossa” dei Campi Flegrei, secondo Pasquale Miano, che insegna Progettazione architettonica all’università Federico II di Napoli, riguarderebbe all’incirca il 20% delle abitazioni: una percentuale che in altre province d’Italia è pure più alta, ma che nel Napoletano potrebbe diventare un pericolo serio. Le costruzioni abusive (nelle quali vivono su per giù 40mila persone) sono vecchie, spesso fatiscenti, non a norma coi criteri di stabilità. Succedesse l’irreparabile (e ci auguriamo non accada) sarebbe un disastro.
Lo sciame sismico di ieri mattina è stato preceduto da una scossa di magnitudo 1.7 nella zona della Solfatara, sabato sera. Appena cinque mesi fa, una scossa di intensità 4.2 sulla scala Richter (la più forte segnalata negli ultimi quarant’anni ai Campi Flegrei) ha riportato l’attenzione sulla questione: in quell’occasione, cioè ancora nel settembre scorso, in appena quattordici ore, si sono succeduti qualcosa come 51 episodi.

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