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Unabomber, svolta nelle indagini: nuovi test del Dna su 15 persone

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I periti del gip, che il 18 marzo avrebbero dovuto presentare l’esito del loro lavoro, hanno chiesto il rinvio dell’udienza al 30 aprile. Si allarga l'indagine della Procura di Trieste sul caso riaperto di Unabomber. Oltre agli undici indagati, gli investigatori hanno deciso di ampliare la platea dei sospetti a circa altre quindici persone. Il colonnello Giampietro Lago e l'antropologa molecolare forense Elena Pilli dell'Università di Firenze - entrambi consulenti della Procura - vorrebbero acquisire il Dna di tutti coloro che, anche involontariamente, hanno lasciato tracce sul luogo dei reperti.

Ad anticipare le prossime mosse della procura è il Messaggero Veneto che precisa come si tratta di persone già sospettate all'epoca, residenti nelle province di Pordenone e Udine, e poi non ritenute rilevanti per le indagini. La Procura non vuole quindi lasciar nulla di intentato viste anche le nuove tecnologie disponibili che all'epoca non esistevano. Al nuovo gruppo di persone verrà chiesto di sottoporsi volontariamente al prelievo del Dna e, in caso di rifiuto, il gip potrebbe valutare di disporre il prelievo coatto.

 

 

Gli accertamenti genetici si svolgeranno nelle forme dell'incidente probatorio dopo la riapertura dell'inchiesta, a distanza di 16 anni, dai 34 attentati avvenuti nel Nord Est tra 1994 e 2006. Il fascicolo è stato riaperto su richiesta del giornalista Marco Maisano e di due vittime degli attentati, Francesca Girardi e Greta Momesso, convinti che alcuni reperti sarebbero stati maneggiati e forse contaminati.

Girardi oggi ha 28 anni, nel 2003 a 9 anni, sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che gli esplose in faccia; Momesso a otto anni, nel 2005 fu vittima dell'esplosione di una candela-bomba in una chiesa

 

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