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Torino, i pro Palestina occupano la stazione di Porta Nuova: treni in tilt

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La circolazione dei treni è sospesa nella stazione di Torino Porta Nuova per la presenza di manifestanti pro Palestina nei pressi della linea che impediscono il regolare traffico ferroviario. E' in corso l'intervento delle Forze dell'Ordine per consentire la regolare ripresa della circolazione. Trenitalia rende noto che i treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono registrare ritardi. 

Finisce nel peggiore (e forse più prevedibile) modo possibile la manifestazione di protesta organizzata da collettivi, antagonisti e studenti, peraltro nel primo giorno di elezioni europee e amministrative (in Piemonte si vota anche per le regionali). 

La giornata è cominciata subito tra provocazioni e tensioni. Le bandiere dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e di Israele sono state bruciate all'interno del complesso della stazione Porta Nuova occupata. Fuori, un gruppo di incappucciati, usciti dal corteo nel centro della città, armati con degli estintori riempiti di vernice rossa ha imbrattato la facciata della banca di Intesa Sanpaolo in via San Francesco d'Assisi. Sono poi stati accesi dei fumogeni e delle torce mentre dal microfono lo speaker ha detto: "Il problema degli accordi con l'università dipende da questa banca. L'università è pubblica e anche per questo ci battiamo ogni giorno".

Il corteo pro Palestina è partito poco prima delle 16 a Torino, organizzato dal coordinamento Torino per Gaza: in piazza, come detto, i collettivi che aderiscono all'Intifada studentesca, i fedeli delle moschee, varie associazioni, centri sociali, sindacati di base e partiti della sinistra radicale, con lo striscione "Intifada ovunque" in bella evidenza e bandiere palestinesi al vento. La manifestazione, il cui slogan era All eyes on Rafah - dalle università alla città, è partita da via Sant'Ottavio (sede delle facoltà umanistiche torinesi, Palazzo Nuovo, occupata, insieme agli altri due atenei, da oltre 20 giorni dagli studenti pro Palestina) e ha costretto le forze dell'ordine a presidiare ulteriormente i seggi con i reparti mobili.


 

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