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Bozzoli, "con chi è rientrato in Italia": un'ipotesi estrema

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"Vi prego, fatemi vedere mio figlio", il grido di dolore di Giacomo Bozzoli, l'imprenditore condannato all'ergastolo per l'omicidio di suo zio Mario. La sua fuga è durata una decina di giorni, fino a quando non è stato rintracciato e poi arrestato nella sua villa di Soiano, sul lago di Garda. L’ergastolano Bozzoli ha passato la sua prima notte in carcere dopo un’ultima giornata vissuta a casa sua. Il procuratore Francesco Prete e i carabinieri che indagano sulla sua latitanza dicono di averlo "localizzato nella sua villa" all’alba di giovedì 11 luglio. Il procuratore, ricostruendo le tappe della fuga, ha ipotizzato che lui abbia "lasciato la Spagna 3-4 giorni dopo la compagna per tornare in Italia". Dove sarebbe arrivato, appunto, fra la notte di mercoledì e ieri mattina molto presto, quando è stato localizzato. Ma come ha fatto ad arrivare nella sua villa ed entrare senza che nessuno se ne accorgesse? E ci è arrivato davvero in queste ultime 48 ore oppure è lì da più tempo?

Come riporta il Corriere, qualcuno, fra gli investigatori, non esclude che lui sia rientrato in Italia il 5 luglio, quando è tornata indietro (in treno) la sua compagna, Antonella Colossi, con il loro bambino di nove anni. Potrebbe essere arrivato con loro in stazione, a Milano, per poi separarsi, raggiungere la sua villa sul lago di Garda e rimanere lì per giorni, nascosto. Ma questo scenario è tutto da verificare. E sarebbe la prova che lei sapesse dei suoi spostamenti, contrariamente a quel che ha raccontato a verbale, e renderebbe ancora più incredibile il fatto che nessuno abbia capito né controllato la sua presenza in casa. Mancano ancora all’appello i possibili complici, ed è anche per questo che gli inquirenti sono abbottonatissimi sui dettagli che hanno consentito la cattura. Pare che lui si sia in qualche modo tradito: "Non ci ha pensato e ha commesso una leggerezza, diciamo così. Ha fatto qualcosa che ha reso possibile rintracciarlo", scrive il Corriere.

 

 

L’ultima traccia di Bozzoli era un fermo immagine nella hall del resort Hard Rock di Marbella il 30 giugno. Poi il nulla. "Siamo andati in Spagna per alcuni giorni di vacanza programmata per stare sereni assieme al piccolo prima della sentenza", ha spiegato la sua compagna Antonella alle forze dell'ordine. È sempre lei che dice: la vacanza è diventata fuga davanti a una pagina Internet: "Ha visto che la Cassazione aveva confermato la condanna ed è rimasto scioccato, non era più lui" I giudici avevano ribadito: carcere a vita per l’omicidio dello zio Mario, fatto sparire poi nel forno della fonderia di famiglia. Bozzoli ha letto e si è convinto che l'unica soluzione sarebbe stata la fuga.

Il caso di Bozzoli diventa sempre più strano. Fa più di 2.000 chilometri per essere lontano il giorno della sentenza. La legge e decide di non consegnarsi alla giustizia. È a un passo dalle navi che salpano verso Paesi - come il Marocco - fuori dall'Ue. Ma sceglie di tornare a casa. Ci arriva ma non si costituisce. Anzi, si nasconde nel cassettone. Poi annuncia di voler dire "cose importanti" sull’omicidio dello zio. Il mistero s'infittisce sempre di più.

 

 

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