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Aviaria, Bassetti: "Sarà la prossima pandemia. È solo questione di tempo"

 Matteo Bassetti

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"Se questi virus dovessero mutare per diffondersi facilmente da persona a persona, potrebbero scatenare una pandemia": Matteo Bassetti, infettivologo e direttore della Clinica Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, lo ha detto a proposito dell'influenza aviaria dopo che negli Usa sono stati registrati tre nuovi casi umani in lavoratori esposti a pollame infetti. "Come detto tante volte - ha proseguito l'esperto su X - ci sono pochi dubbi che l'aviaria si diffonderà globalmente. È solo questione di quando succederà". Nei giorni scorsi, tra l'altro, si sono verificati altri casi anche in Cambogia.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, è stato il Colorado - come riferito dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani - a segnalare una presunta positività all'infezione da virus aviario ad alta patogenicità (Hpai) A(H5) in tre lavoratori coinvolti nello spopolamento dei polli di un impianto infestato dal virus H5N1, il patogeno che circola tra gli uccelli selvatici e che ha contagiato i bovini da latte in diversi stati americani.

 

 

 

"Il rischio di influenza aviaria per la popolazione generale rimane molto basso - ha spiegato Bassetti - tuttavia per le persone esposte ad animali infetti le infezioni H5N1 sono preoccupanti perché possono causare malattie gravi, nonché per il loro potenziale pandemico. Se questi virus dovessero mutare per diffondersi facilmente da persona a persona, potrebbero scatenare una pandemia".

Ad Adnkronos salute l'infettivologo ha poi precisato: "Sul fatto che l'influenza aviaria sarà il prossimo problema pandemico credo che chi fa questo mestiere, dai veterinari ai medici e ai ricercatori e scienziati, non abbia dubbi che succederà, è tutta questione di tempo e in questo tempo dobbiamo organizzarci, a livello globale, europeo e italiano, per farci trovare pronti. L'influenza aviaria si sta avvicinando progressivamente agli esseri umani". Bassetti si è auspicato che "succeda il più tardi possibile e soprattutto speriamo che accada quando saremo tutti pronti e organizzati, quando avremo un vaccino adeguato, farmaci in quantità adeguate e strutture per accogliere eventuali pazienti contagiati". 

 

 

 

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