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Traffico e costi? Ecco la proposta Jungo

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Dopo il Trentino, si presenta a Bergamo il modello di mobilità sostenibile mutuato dall'autostoppismo

Roberto Amaglio
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Non è il comune e talvolta bistrattato autostop, non è nemmeno il car-pooling. Dopo il progetto pilota partito nel Trentino, verrà presentato questa sera nello spazio Viterbi della Provincia di Bergamo l'iniziativa per la mobilità sostenibile denominato Jungo. In pratica si tratta di un progetto di “riempimento” dei sedili vuoti della propria auto, con un piccolo rimborso delle spese che ogni “autostoppista” fornirà al proprietario dell'auto. Fin qui nulla di nuovo – diranno i più –, in quanto l'iniziativa non supera i limiti e le perplessità che da sempre hanno penalizzato la diffusione di coloro che fanno affidamento sul loro pollice: su tutte condivisione dei costi e, soprattutto, sicurezza. Tariffario preciso – per quanto riguarda il contributo che ogni autostoppista dovrà corrispondere a chi lo carica in auto, il tariffario di Jungo parla chiaro: un contributo fisso di 20 centesimi, più altri 10 centesimi per ogni chilometro percorso. Insomma, se qualche pendolare dovesse caricare un paio di Jungonauti nel suo viaggio di 20 km verso il lavoro, potrebbe facilmente irridere gli ormai quotidiani aumenti di benzina. Ecco la tessera – ma la sicurezza per chi accetta passeggeri a bordo sarà portata dalla tessera Jungo, in cui saranno riportati i dati del jungonauta. Per ottenere l'iscrizione all'iniziativa, sarà necessario stipulare una sorta di contratto con Jungo, in cui si accettano le modailità e le finalità del servizio.

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