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Foto col velo sul documento

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Scoppia il caso a Bergamo

Albina Perri
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 La questione del velo islamico sui documenti di identità getta anche Bergamo nello scompiglio. "Abbiamo registrato diverse resistenze in questura e richieste di modificare il modo di indossare il velo per le fotografie, quando non ti toglierlo addirittura, pena il mancato rilascio dei documenti richiesti", sostiene il vicepresidente del centro islamico Mohamed Saleh. Immediata la replica del questore del capoluogo orobico Dario Rotondi: "Non c'è alcuna volontà di prevaricazione; ma oltre alla necessità di seguire le indicazioni di legge, c'è il fatto che i computer che leggono i documenti di identità rifiutano le fotografie 'non corrette', ossia che ritraggono individui con il volto non sufficientemente visibile". La legge parla chiaro: "Indossare il velo è lecito, nascondere il volto no". "Il velo è un non problema", fa eco il Prefetto Camillo Andreana, "e non è una questione religiosa: il volto deve essere visibile e quindi il velo è concesso. Ma se tutto il viso è coperto si va contro le norme".

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