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Sharon Verzeni, il pizzaiolo che stravolge il caso: "Mi hanno detto fatti i c*** tuoi"

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Ci sarebbe un nuovo testimone nel caso dell'omicidio di Sharon Verzeni. Non ha visto il killer della 33enne di Terno d'Isola nella bergamasca. Ma ha segnalato alle forze dell'ordine che dallo scorso 30 luglio, giorno della morte della giovane ragazza, uno degli spacciatori che smerciano in quella zona è sparito dalla circolazione. A questo punto, si fa sempre più concreta l'ipotesi che il killer della barista non fosse un suo conoscente. Al contrario, potrebbe trattarsi di un semplice balordo che avrebbe ucciso Sharon per motivi ancora da chiarire. 

"Se i carabinieri avessero delle fotografie potrei indicare la persona a cui mi riferisco e che non si vede in giro da settimane" ha dichiarato Mohamed, titolare della pizzeria Mony's in via Roma a Terno d'Isola. Il testimone ha confessato di non conoscere il nome di questo spacciatore. Tutto quello che può svelare è la sua età anagrafica: "un giovane di 36 o 37 anni del Marocco".

Il pizzaiolo ha anche raccontato di aver subito delle minacce dopo essersi recato a testimoniare in caserma: "Sono venuti a minacciarmi. Mi hanno detto: 'Sei un infame, perché non ti fai i caz***i tuoi'. Avevano visto i carabinieri in borghese nel negozio". Come le forze dell'ordine locali sanno da tempo, gli spacciatori provengono da vari comuni tra Bergamo e Lecco. In gran parte sono nordafricani. Di solito arrivano a Terno a bivaccare. "Per spacciare e fare casino", dicono i residenti. Tutti hanno almeno un coltello in tasca, dicono ancora: £Tempo fa mi hanno anche spaccato la vetrina perché volevano assolutamente una bibita in bottiglia di vetro. Le utilizzano quando litigano e i carabinieri mi ha vietato di venderle".

 

 

 

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