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Emmanuel Macron, si vota la sua "destituzione": chi vuole la testa del presidente

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Tra i punti all’ordine del giorno dell’Assemblea nazionale francese, c’è l’esame di una proposta di destituzione del presidente Emmanuel Macron, presentata dagli Insoumis (sinistra radicale) e in parte appoggiata dai socialisti. A decidere dell’invio del testo alla Commissione Legge è l’Ufficio di presidenza del Parlamento, costituito da 22 deputati - con una maggioranza risicata per il Nuovo Fronte Popolare di sinistra (12 membri) - e presieduto da Yael Braun-Pivet, della maggioranza presidenziale. Ieri, dopo tre ore di dibattito, il gruppo del Partito socialista ha deciso che i suoi tre rappresentanti nell’organo direttivo avrebbero sostenuto l’ammissibilità della proposta Lfi, aprendo così la strada al primo passo formale del testo in Parlamento. Il primo di una lunga serie per una procedura difficile da adottare, che richiederebbe l’approvazione di due terzi dei parlamentari di Assemblea e Senato, riuniti presso l’Alta Corte.

Si tratta di un’iniziativa dal forte valore simbolico e con poche possibilità di successo: i deputati di centro e di destra hanno poche ragioni per sostenerla visto che la nomina di Michel Barnier a Primo Ministro li rimette al centro del gioco politico. Il testo Insoumis sottolinea che il rifiuto di Emmanuel Macron di nominare Lucie Castets, candidata del Nuovo Fronte Popolare, a Matignon, costituisce "una grave violazione del dovere di rispetto della volontà espressa dal suffragio universale", rilevando che l’alleanza di sinistra è arrivata al primo posto alle elezioni legislative, con 193 seggi.

 

 

Un’iniziativa che non ottiene l’unanimità a sinistra: i socialisti hanno avvertito che nel caso in cui si arrivi al voto, si esprimeranno contro il testo, segnando una divergenza strategica con Lfi. Per i deputati socialisti la procedura è destinata al "fallimento" e ritengono quindi che rischi di "dare nuova legittimità" a Macron. Un discorso respinto dalla presidente del gruppo Lfi, Mathilde Panot, che valuta "del tutto possibile" la sua adozione. Gli Insoumis intendono anche aumentare la pressione sull’Eliseo e prendere come testimone l’opinione pubblica, rilanciando una petizione che ha raccolto più di 305.000 firme a favore della destituzione del presidente. Intanto il primo ministro Barnier prosegue consultazioni e trattative per arrivare alla formazione complessa del governo, "non prima del 22 settembre". 

 

 

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