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Infiltrazioni mafiose a Milano: dieci anni all'imprenditore Antonio Marchi

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Termina con quattro condanne il processo sul mercato ortofrutticolo

Roberto Amaglio
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Si è chiuso con quattro condanne e sei assoluzioni il processo di primo grado davanti ai giudici della sesta sezione penale del Tribunale di Milano riguardante le infiltrazioni della 'ndrangheta nell'Ortomercato del capoluogo lombardo. Riconoscendo come l'associazione mafiosa calabrese si fosse insediata nel tessuto economico milanese dove gestiva in particolare il settore degli investimenti immobiliari e della gestione di attività commerciali, i giudici hanno comminato condanne pesanti soprattutto a Mariano Veneruso e Antonio Marchi, entrambi puniti con 10 anni di reclusione, mentre ad Antonio Paolo (che secondo l'accusa rappresentata dal pm Laura Barbaini gestiva all'interno del più grande mercato ortofrutticolo italiano il night "For a King"), sono stati inflitti 7 anni e 8 mesi. Infine, Giuseppe Bruno è stato condannato a 2 anni. Assolta invece una funzionaria di alcune filiali Unicredit: per lei il fatto non costituisce reato. L'esito del processo, che rappresenta un secondo spezzone di una più ampia inchiesta condotta dalla Squadra Mobile, soddisfa la Barbaini: "Sono state accolte le tesi accusatorie, io stessa avevo chiesto che fossero riconosciute agli imputati le attenuanti generiche". Il pm aveva chiesto 8 anni e 6 mesi per Paolo Antonio, 10 anni per Veneruso, altro titolare delle cooperative di facchinaggio impiegate nella struttura di via Lombroso e 11 anni per l'imprenditore Antonio Marchi. A carico dei condannati, i giudici hanno riconosciuto anche il risarcimento dei danni (ancora da definirsi in sede civile) a favore della Sogemi, la società che gestisce l'Ortomercato, e del suo presidente Roberto Predolin, che si erano costituiti parti civili.

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