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Vaccinazione anti-influenza, l'incidenza sui ricoveri: tutto quello che c'è da sapere

Claudia Osmetti
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Otto vaccini (tra cui una “rivoluzione”, quello spray, ma solo per i più piccini), l’avvio in ordine sparso tra le varie regioni, i soggetti a rischio e la platea potenziale di chi può richiedere la puntura salva-influenza, le modalità per arrivare preparati e il combinato con anche la fiala anti-Covid. Il codice dell’influenza 2024 è “Ah3n2” e i virologi ci stanno già avvertendo: nell’emisfero australe, dov’è comparsa mesi fa, è andata maluccio, nel senso che è stata la seconda stagione più pesante degli ultimi dieci anni. Primo, non farsi trovare impreparati. Secondo, affidarsi alla scienza. Terzo, sapere come fare.

E come fare è presto detto (premesso che i sintomi saranno quelli classici: febbre oltre i 38 gradi, tosse, naso che cola, occhi arrossati, dolori muscolari e articolari): anzitutto bisogna controllare il calendario delle somministrazioni perché la sanità, in Italia, è di competenza regionale e le regioni iniziano in giornate differenti. Lazio, Campania, Toscana e Lombardia hanno già cominciato coi soggetti fragili; settimana prossima toccherà a Piemonte, Veneto e Puglia; entro fine mese la copertura dovrebbe essere totale (unica eccezione la Basilicata, in programma per i primi di novembre). Le dosi di vaccino, tra l’altro, «quest’anno sono arrivate in tempi migliori rispetto al passato e un po’ in tutta la penisola», spiega Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, Federazione dei medici di medicina generale. Ottima notizia.

Nelle prime settimane le vaccinazioni saranno aperte per quella fascia di popolazione che rientra nelle raccomandazioni ministeriali (adulti dai 60enni in su, donne in gravidanza e in post-partum, bimbi di età compresa tra i sei mesi e i sei anni, malati cronici, ospiti di strutture di lungodegenza nonché i loro famigliari, medici e personale sanitario, forze dell’ordine), per loro l’iniezione è completamente gratuita; in un secondo tempo (indicativamente da metà ottobre) chiunque potrà richiedere il vaccino che sarà disponibile anche nelle farmacie che hanno aderito all’iniziativa.

 

 

 

Un discorso simile vale per la campagna anti-SarsCov2: le scorte a disposizione (saranno oltre 500mila, con possibilità di aumentarle ulteriormente qualora la richiesta sia superiore alle aspettative) varranno per l’intera popolazione, la priorità va però agli ultra 80enni (uniti ai soggetti fragili come per il caso influenzale) e le somministrazioni si effettueranno negli ospedali, nelle aziende sanitarie locali e negli ambulatori dei medici di famiglia. La variante da cui sarebbe meglio immunizzarsi è la “Corminaty Jn.1”.

Vaccinarsi conviene. Anzitutto perché senza vaccini saremmo come nel 2020, cioè chiusi in casa e in preda al panico a ogni starnuto, e successivamente perché l’iniezione “scudo” anti-influenzale è in grado di ridurre di oltre un terzo (ossia del 35%) il tasso di ospedalizzazione (la ricerca è americana, fresca di pubblicazione e redatta dai Cdc, i Centers for disease control). Hai detto niente.

Quest’anno in Italia, sul fronte influenza, avremmo a disposizione otto vaccini: per i bambini e gli adolescenti che hanno almeno un anno di vita e al massimo diciotto, l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha approvato “Fluenz”, che è un vaccino spray nasale. Si usa né più né meno come i flaconcini dell’allergia, un paio di spruzzi per narice e il gioco è fatto: è comodo, meno invasivo, e veloce (la maggior parte degli altri vaccini, invece, resta a inoculazione intramuscolare). L’anno scorso, nella stagione 2023-24, le dosi complessivamente somministrate sono state poco più di undici milioni (va ricordato che ne è sufficiente una sola, non ci sono i “richiami” come nelle prime fasi dell’emergenza Covid), il 53,3% delle quali riferite agli anziani. Numeri di certo non esaltanti, ma in linea con lo storico italiano sulla questione.

 

 

 

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