Conclave, lo scatto di Pierbattista Pizzaballa: ecco chi lo spinge

di Elisa Calessigiovedì 1 maggio 2025
Conclave, lo scatto di Pierbattista Pizzaballa: ecco chi lo spinge
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Fuori dalla porta Perugina, dove passano i cardinali per le Congregazioni (ieri la settima), si fa largo sempre di più l’idea che sarà un conclave breve. Due giorni al massimo e il nuovo Papa avrà un volto e un nome. Una previsione che lascia intendere come le discussioni informali- da cui prendono forma alleanze e strategie di voto- sono a buon punto, nonostante da fuori l’apparenza sia di un grande foglio bianco. In realtà non è così.

L’ipotetica rosa di nomi entro cui sceglie il successore di Papa Francesco si va riducendo ogni giorno, di pari passo con gli accordi che si stanno trovando anche tra cardinali di posizioni differenti. Martedì, per esempio, è emersa una prima candidatura ufficiale, quella del maltese Mario Grech, gesuita. A lanciarla è stato il cardinale Jean-Claude Hollerich, lussemburghese, poliglotta (parla anche il giapponese), a Chiesa Nuova, la chiesa, a pochi passi da piazza Navona, dove ha vissuto San Filippo Neri e dove ancora è il suo corpo. Hollerich ha presieduto una messa in suffragio di Francesco a cui hanno partecipato altri tre cardinali (l’arcivescovo di Tokyo Tarcisius Isao Kikuchi, il vescovo di Hong Kong Stephen Chow, anche lui gesuita, e l’arcivescovo di Lima Mattasoglio). Durante l’omelia ha parlato della necessità di proseguire il cammino sinodale iniziato da papa Francesco e ha elogiato la figura del cardinale Grech, segretario generale del Sinodo.

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E c’è un’altra figura che sempre crescere, quella di Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Vicino ai cristiani di Gaza, ma anche a Israele, fermo nella dottrina, ma nello stesso tempo capace di scelte audaci (quando a Gaza non si poteva entrare, è riuscito a farlo con una serie di escamotage), Pizzaballa è stimato dai cosiddetti “conservatori”, ma nello stesso tempo ha una storia che lo avvicina ai “progressisti”. E soprattutto negli ultimi anni, da quando era scoppiata la guerra in Terra Santa, la frequentazione con Papa Francesco era diventata più intensa. Peraltro è intervenuto nei giorni scorsi durante le Congregazioni, con un discorso che ha colpito molti cardinali. Un altro nome finora ai margini ma che sta crescendo è quello dello svedese Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, il primo vescovo cattolico di origine svedese dai tempi della riforma luterana e primo cardinale dei Paesi nordici europei. Arborelius è nato nel settembre 1949 a Sorengo, un piccolo centro del Canton Ticino in Svizzera, da genitori originari della Svezia, è cresciuto nel Paese scandinavo, a Lund. È stato battezzato nella comunità luterana, poi, a vent’anni, ha aderito al cattolicesimo. È un uomo solido, dal punto di vista teologico, ma che ben conosce il mondo, vivendo nel paese più secolarizzato dell’Europa.

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