Campania, disastro dei sindaci rossi: spiagge piene di immondizia

di Simone Di Meosabato 3 maggio 2025
Campania, disastro dei sindaci rossi: spiagge piene di immondizia
4' di lettura

Anzitutto cambiatele il nome: da spiaggia delle Monache a lido dei cafoni. Tanto di suore se ne incrociano pochine da secoli, nella piccola baia incastonata tra Mergellina e la collina di Posillipo, a Napoli; ma di scostumati e zotici se ne vedono in gran numero, soprattutto d'estate. E, in occasione dei bollori del Primo Maggio, ci son state le prove generali di quella che sarà la stagione balneare più “tamarra” degli ultimi anni. Centinaia di uomini, donne, bambini, anziani e qualche cane si son riversati, come un fiume in piena, sulla lingua di sabbia bollente trasformandola in una distesa di carne sudaticcia e impiastricciata prima e in una discarica a cielo aperto poi. Le immagini sono emblematiche: spazzatura ovunque. Bottiglie vuote, resti di pranzi e libagioni consumati sotto il sole cocente, cartacce, mozziconi di sigarette, finanche pannolini e un paio di ombrelloni ormai inservibili.

VERGOGNA
Una vergogna di cui bisogna dividere la responsabilità tra amministratori locali e giudici del Tar della Campania. I primi hanno confuso il caos straccione delle pizze fritte e dei babà consumati in piedi in ogni angolo del centro storico per una rinascita turistica che non porta sviluppo né occupazione (vogliamo parlare dei b&b che hanno cannibalizzato il mercato residenziale e delle rosticcerie che stanno scalzando librerie e luoghi di cultura?). I secondi, invece, hanno recentemente bocciato il piano comunale che prevedeva il numero chiuso nelle spiagge pubbliche. Una delle pochissime eredità positive del Covid che aveva impedito, negli ultimi quattro anni, scene di delirio e di volgarità come quelle di due giorni fa. Il Tribunale amministrativo però ha dato ragione ai sedicenti “Comitati per il mare libero, gratuito e pulito” che si sono lamentati del meccanismo di prenotazione obbligatoria per l’accesso alla battigia. E questo perché, secondo le toghe, sarebbe stato penalizzante, per i minorenni non accompagnati e per le famiglie a basso reddito, il divieto di poter opzionare solo tre ingressi settimanali. È veramente ingiusto non andare al mare tutti i giorni, o no?

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Dunque, adesso, via libera alla confusione, al disordine, alla sporcizia e ai pericoli che nascono dalla calca. Esagerazioni? Mica tanto. Nel 2017, a poche centinaia di metri dalla spiaggia delle Monache, una ragazzina di 15 anni fu sequestrata e stuprata sugli scogli di Marechiaro nell’indifferenza generale da tre baby criminali provenienti dai quartieri più malfamati della città. Anche loro erano «minori non accompagnati» e furono identificati, arrestati e condannati solo perché la vittima, per giorni e giorni, studiò decine e decine di profili social di alcuni conoscenti alla ricerca delle facce degli aguzzini che le avevano distrutto la vita. Quando li trovò andò direttamente a denunciare finendo, addirittura, per essere minacciata: «Statti zitta o incendio la casa in cui vivi», le scrisse uno dei pargoli.

Non sarebbe più saggio poter invece contare anche su un sistema di tracciamento di chi usufruisce di un bene pubblico? Il sindaco Gaetano Manfredi, solitamente così loquace, tace da due giorni. E lo stesso l’assessore al Turismo Teresa Armato e il collega di giunta, Antonio De Iesu (ex vicecapo della polizia, peraltro), che ha la delega alla Legalità. Se parlassero, dovrebbero ammettere che il modello turistico napoletano è un fallimento su tutta la linea. Parla invece il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, che ha promesso che «l’afflusso alle spiagge cittadine sarà costantemente monitorato». «La situazione ovviamente può mutare da una settimana all’altra», ha aggiunto, «e l’afflusso maggiore, per svariati motivi, può esserci in un luogo anziché in un altro». Buone intenzioni, senza dubbio, ma i vigili a Napoli son quelli e non possono certo moltiplicarsi per andar dietro i villani di Mappatella Beach.

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CONDIVISIONE
L’estate rovente Manfredi la condividerà di sicuro con un altro sindaco di sinistra, il chitarrista Roberto Gualtieri, che ha aspettato le ultimissime ore per firmare l’ordinanza che dà avvio alla stagione belneare del litorale romano. Anche a Ostia e Capocotta le stesse scene di Napoli: lidi pubblici presi d'assalto nel giorno della Festa dei Lavoratori senza alcun tipodi organizzazione preventiva: niente cestini per la spazzatura, nessuna struttura di supporto. Solo enormi distese di materassini, scialli e teloni più o meno colorati. Il Campidoglio ha pure un altro problema: i ritardi per l’assegnazione delle concessioni. Il tempo stringe e gli imprenditori, che devono investire importanti cifre per rendere attrattive e appetibili le attività, esigono certezze. Che al momento latitano. «Uno spettacolo indegno che offende gli occhi dei romani e dei turisti. Eppure lo avevamo preannunciato già a gennaio, con interrogazioni e proposte che sono state ignorate o bocciate dalla maggioranza. Ostia merita rispetto», attaccano i leghisti Fabrizio Santori, Monica Picca e Alessandro Aguzzetti. In coda l’unica buona notizia che arriva dal Golfo di Napoli: tra Capri e Massalubrense è stato avvistato, a quasi un secolo dalla scomparsa, un esemplare di foca monaca. Speriamo solo che non si avvicini troppo alla costa partenopea e ai bagnanti del lido dei cafoni. Ne va della sua vita. Forse alla povera foca converrebbe più imbattersi in uno squalo bianco.