Un mistero nel mistero, quello dell'impronta trovata vicina al corpo di Chiara Poggi e attribuita oggi ad Andrea Sempio, nuovo indagato e amico del fratello della vittima. A sollevare vari dubbi anche l'informativa del 7 luglio 2020 del Nucleo investigativo di Milano inviata alla Procura di Pavia in cui si parla della traccia numero "33" sulla scena del delitto di Garlasco. Su questa infatti si legge: "Ovviamente è logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino".
Secondo i militari che indagano su Sempio, su quella traccia "non venne fatta alcuna indagine biologica mirata ad accertare se quel contatto possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue (della vittima o di altri) o se fosse altra sostanza". Non solo, perché "fu eseguito il combur test", scrivono i carabinieri senza riferirne gli esiti. Stando alla relazione del Ris di Parma depositata nel processo ad Alberto Stasi il combur test su quella traccia "asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile" ha "fornito esito dubbio" e il test OBTI per l'identificazione del sangue umano "ha fornito esito negativo".
Garlasco, l'audio della gemella Cappa alle Iene: "Voglio essere pagata, dirò tutto"
Un testimone finora inedito ha aggiunto alcuni particolari scottanti sul caso Garlasco. Questo e altro sono al centro de...Di più, nella relazione dei carabinieri del Ris di Parma si fa un riassunto preciso di tutte le impronte catalogate lungo il muro della scala della villetta di via Pascoli, oltre venti (foto da 31 a 56). Quattro sono attribuibili al carabiniere Gennaro Cassese, una a Marco Poggi fratello della vittima e la traccia 33 - che ora sembra diventare centrale in questa inchiesta - è un'impronta palmare la cui utilità è "nessuna" scrive il Ris. Da quanto apprende l'Adnkronos la nuova consulenza è stata fatta sulle foto.