Andrea Sempio, cosa c'è dietro gli sfondoni dei legali

di Giovanni M. Jacobazzimartedì 27 maggio 2025
Andrea Sempio, cosa c'è dietro gli sfondoni dei legali
4' di lettura

Se davvero la procura di Pavia riuscirà a dimostrare che Andrea Sempio è responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi (allo stato attuale, per la verità, di prove degne di questo nome ne sono emerse pochine), una delle cose che dovrà fare sarà “ringraziare” i suoi avvocati per la loro surreale strategia difensiva. Ovviamente è una provocazione, la nostra, ma diciamo che le mosse dei legali di Sempio non sempre sono risultate così comprensibili. Grande rumore fece il post pubblicato su Instagram dell’avvocata Angela Taccia «Guerra dura senza pura, Cpp (codice di procedura penale, ndr) I love you»- con cui pareva quasi auto-esaltarsi per non aver voluto far sottoporre all’interrogatorio dei pm il suo assistito: un “intervento scomposto”, per usare un gergo calcistico, che è stato criticato anche dall’Ordine degli avvocati. Ieri poi è sceso in campo (mediatico) anche l’altro difensore di Sempio, l’avvocato Massimo Lovati.

Il legale, con una a dir poco imbarazzante intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, si è lanciato a ipotizzare, come scenario all’interno del quale sarebbe avvenuto l’omicidio di Chiara Poggi, complotti e piste sataniche. Secondo Lovati- a cui, come si usa dire, deve essere “scappata la frizione” - Chiara sarebbe stata a conoscenza di segreti indicibili legati a degli esorcismi che sarebbero stati praticati nel Santuario che si trova vicino alpaese dell’omicidio, e anche a dei casi di pedofilia avvenuti alla periferia di Garlasco: per questo sarebbe poi stata barbaramente uccisa. Accusa pesantissima, alla quale Lovati si è però ben guardato di accompagnare elementi di prova, limitandosi anzi ad affermare che si tratta di «una mia teoria, ma non posso dimostrarla». Non contento, l’avvocato si è poi anche messo nei panni di Stasi, che sarebbe a conoscenza del fatto, e però non l’avrebbe mai rivelato per paura, poiché se l’avesse fatto sarebbe stato a sua volta ucciso.

Garlasco, il segreto fatale di Chiara Poggi

Tanti segreti sul caso del delitto di Garlasco. Massimo Lovati, l'avvocato di Andrea Sempio, ha parlando per esempio...

In pratica, pur essendo innocente, Stasi si sarebbe fatto sedici annidi prigione per portare a casa la pelle e non finire accoltellato come la fidanzata. Ma il meglio di sé Lovati lo fornisce quando spiega i motivi per i quali è impossibile che l’assassino di Chiara possa essere stato il suo assistito, cioè Andrea Sempio. Sempre secondo Lovati, Sempio sarebbe innocente in quanto, essendo un «comunista» e peraltro «disadatto», non poteva avere frequentazioni con ambienti religiosi come quelli del Santuario in questione, dove per l’appunto si praticavano messe nere e riti satanici a sfondo pedofilo. Come si possa accettare che un avvocato si esprima in tale modo, ipotizzando scenari che non può dimostrare, resta un mistero, e sarebbe forse opportuno un altro intervento dell’Ordine professionale, ma tant’è.

Come detto, nei confronti di Taccia, che oltre al post sopracitato si è anche lei cimentata in questi giorni in una serie di interviste discutibili, è sceso in campo la scorsa settimana Antonino La Lumia, presidente degli avvocati di Milano. «I processi sono una cosa seria e si fanno nelle aule di giustizia», ha esordito La Lumia, diramando un comunicato in cui richiamava gli iscritti alla riservatezza, all’equilibrio e al decoro nelle dichiarazioni alla stampa. «Chi svolge una funzione difensiva deve avere ben presente che ci sono limiti di continenza verbale e comportamentale da osservare» ha aggiunto, stigmatizzando le dichiarazioni in "libertà” che rischiano di ridurre il diritto di difesa, costituzionalmente garantito, ad una barzelletta.
A parte l’incontinenza verbale dei legali di Sempio, un altro aspetto che è destinato prossimamente a far discutere in questa vicenda è il ruolo del generale Luciano Garofano, ex comandate del Ris dei carabinieri di Parma. L’alto ufficiale dell’Arma, dopo essere andato in pensione, si è messo a fare il libero professionista, venendo chiamato per consulenze tecnico-scientifiche. Garofano è ora proprio nel team dei periti che assistono la difesa di Sempio. Il “problema” è che Garofano dovrà adesso esprimersi sull’impronta di quest’ultimo lasciata sul muro della villetta dove viveva Chiara e che per la procura di Pavia è determinante per dimostrare la colpevolezza di Sempio ma che egli all’epoca ritenne inutile.

L’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Stasi, ha già sollevato il tema chiedendone l’incompatibilità. «Non può essere nominato consulente tecnico colui che ha anche un ruolo di testimone», ha affermato. Garofano, anche se non ha effettuato materialmente i rilievi, all’epoca aveva infatti firmato tutti gli atti d’indagine mandati in procura. E poi c’è un tema di opportunità. Se all’ epoca vennero commessi errori, come ipotizza la procura di Pavia che ha riaperto l’inchiesta, sarebbe quanto mai doveroso che Garofano si astenesse dall’assumere un ruolo in questa seconda indagine. Garofano, dal canto suo, ha ribadito che non c’è «nessuna incompatibilità, non sono mai entrato in casa e che le analisi furono fatte dai miei collaboratori». Peccato però che ci siano delle foto, prodotte dalla difesa di Stasi, in cui il generale, all’epoca tenente colonnello, è immortalato mentre con la tuta bianca ed i calzari entra nella villetta dei Poggi per effettuare verosimilmente dei rilievi. C’è da essere certi che nei prossimi giorni ci saranno altre sorprese. Ma non è comunque un fatto positivo per la ricerca della verità.

Chiara Poggi, nella sua chiavetta Usb: "Abusati". Garlasco, l'ultima ipotesi

La "pista alternativa" del giallo di Garlasco più sconcertante è legata alla chiavetta Usb di Ch...