Magari volevano diventare ingegneri, docenti di filosofia, amministratori delegati, militari in carriera. Poi però tutto cambia, la vita prende una direzione inaspettata, oggi realmente controcorrente. Entrano in seminario. Fino al giorno in cui vengono ordinati sacerdoti da Papa Leone XIV. Sono storie poco conosciute, che segnano un passo in controtendenza. Perché se è vero - come segnalano i dati e gli studi – che le vocazioni sono in ulteriore calo, con tutto quel che ne consegue (chiese che si svuotano, una religiosità tiepida e fluida), curiosamente crescono, sia pure con numeri poco appariscenti, quelle cosiddette tardive, ossia maturate in età più avanzata.
Nella Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, dunque, Leone XIV - tra molta partecipazione e commozione - presiede in San Pietro la messa per l’ordinazione presbiterale di undici diaconi della Diocesi di Roma. Raccomanda ai nuovi preti di «fare spazio ai fedeli e ad ogni creatura», perché il Popolo di Dio «è più numeroso di quello che vediamo».
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Vocazioni reali, che hanno un nome e un volto. Simone Troilo ha 32 anni. Lui stesso ha raccontato di essere passato «dall’ingegneria alla filosofia, che era un altro paio di maniche, però con molta serenità alla fine», fino al sacerdozio. Simone infatti è entrato nel seminario “Redemptoris Mater” di Roma nel 2016, dunque quando di anni ne aveva già 23. Terzo di sei figli, cresce in una famiglia che frequenta il Cammino Neocatecumenale in parrocchia, a Roma. Dopo il liceo scientifico Simone intraprende il corso di laurea triennale in ingegneria dell’edilizia, e però inizia a rendersi conto che la sua vita, sia pure ricca e intensa, non gli dà quello che cerca davvero. Come scrive sant’Agostino, «ci hai fatti per Te , Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te». È proprio quello che sperimenta Simone e che lo fa arrivare, nove anni dopo, a questo 31 maggio 2025, in cui viene ordinato sacerdote da Papa Leone. Con lui altri tre nuovi sacerdoti dell’Urbe formatisi al “Redemptoris Mater” — Cody Merfalen, Gabriele Di Menno Di Bucchianico e Matteo Renzi — e sette allievi del Pontificio Seminario Romano Maggiore: Pietro Hong Hieu Nguyen, Francesco Melone, Marco Petrolo, Giuseppe Terranova, Enrico Maria Trusiani, Federico Pelosio e Andrea Alessi.
La chiamata al sacerdozio ha segnato un netto cambio di rotta anche per Enrico Maria Trusiani, che per intraprendere il percorso di studi in seminario, a 36 anni, ha lasciato il suo lavoro come amministratore d’azienda. «Voglio essere un sacerdote strumento nelle mani di Dio», ha spiegato, e «scomparire in Cristo, come ha detto il Papa nella Messa con i cardinali». Ancora più matura - o tardiva, come viene definita - è la vocazione di Andrea Alessi, già 49enne, ex ufficiale militare che ha messo a fuoco la propria scelta attraverso un’esperienza di volontariato con persone disabili.
In effetti queste storie non sono un’eccezione. Fino ad alcuni anni fa era la giovinezza (non oltre i 30-35 anni al massimo) il tempo quasi esclusivo per un discernimento vocazionale e una scelta di consacrazione religiosa. Negli ultimi tempi, in fondo come accade anche per chi sceglie di formare una famiglia (sempre più tardi!), sono in forte crescita le richieste di persone anche molto mature e adulte (quarantenni e oltre) che chiedono di poter concretizzare la propria vocazione, nella tante congregazioni e nei diversi carismi presenti nella Chiesa. Una delle ultime storie alla ribalta della cronaca è quella, sorprendente, di Henrique Aparecido de Lima, 60 anni, vescovo di Dourados, nello Stato del Mato Grosso do Sul, in Brasile, e di sua madre, Sebastiana Onofre de Lima, rimasta vedova, e che festeggia quest’anno vent’anni di vita religiosa, trascorsi nella congregazione delle Suore della Copiosa Redenzione.
Da sottolineare che, d’altra parte, anche una volta riconosciuta e confermata la propria vocazione, quest’ultima si forma poco a poco e si può trasformare in modo del tutto imprevedibile. Per esempio Santa Teresa di Gesù, dopo vent’anni di vita da monaca e all’età di 39 anni, scoprì la sua vera vocazione di riformatrice, creando la sua prima fondazione quando aveva quasi 50 anni. O come madre Tersa di Calcutta, tanto per fare un altro esempio illustre, che fino a 36 anni è stata un’ottima suora insegnante, ma appunto nel 1946 ha compiuto quella svolta straordinaria che l’ha portata a creare, in seguito, nel 1950, la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità, nel segno di una radicale povertà e dedizione agli ultimi tra gli ultimi.
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Negli ultimi decenni si calcola siano venuti a “mancare” almeno seimila sacerdoti. Ma ci sono anche segnali in controtendenza, per l’appunto. La Conferenza episcopale spagnola ha pubblicato i dati relativi all’anno accademico 2023-2024, rivelando che il numero di seminaristi in Spagna ha nuovamente superato il migliaio e ha recuperato le cifre del 2021. Crescono, sia pure con numeri non eclatanti, anche le vocazioni “più estreme”, quelle della clausura, ancora più incomprensibili secondo le logiche del mondo contemporaneo: secondo dati forniti dall’ordine dei certosini, alla fine del 2022, le monache nel mondo erano 63 (erano 49 nel 2005) e i monaci erano 288 (286 nel 2015). Un piccolo numero per cambiare la prospettiva.