Ci sono ecclesiastici che scelgono di stare nell’ombra, altri che in attesa degli eventi sostengono l’assoluta continuità fra il pontificato di Francesco e quello del successore. Ma i primi squilli di disagio diretti a Papa Leone XIV arrivano dalla lobby gay. Esce allo scoperto, con un monito diretto alla Cattedra di Pietro, un religioso dei Servi di Maria, definito «Teologo» con tanto di T maiuscola sul sito vaticaninsider, padre Alberto Maggi: «Come Chiesa dobbiamo stare attenti a non fare passi indietro a livello di comunicazione dell’accoglienza». Utilizza, prudenzialmente e in perfetto stile clericale, la tecnica dell’excusatio non petita: «Non è mia intenzione correggere le parole del Pontefice, ci mancherebbe». Semmai, è la Sacra Scrittura a patire una deformazione: «Nei Vangeli troviamo un sguardo liberante della famiglia».
Per contestualizzare, il curriculum del sacerdote - non vescovo e quindi, a rigore, nemmeno teologo - contribuisce a chiarire cosa intende con quelle parole. Intanto, ritiene che la risurrezione di Lazzaro abbia un significato teologico, ma non sia un fatto storico e lo aveva detto chiaro e tondo in un’intervista al Giorno il 24 febbraio del 2022. I miracoli di Cristo quindi non sarebbero avvenuti, secondo padre Maggi.
Chiesa, una nuova vita a 40 anni: "Basta ufficio, mi faccio prete"
Magari volevano diventare ingegneri, docenti di filosofia, amministratori delegati, militari in carriera. Poi però...E non esiste nemmeno l’inferno, nonostante il pianto e lo stridore di denti evocati direttamente dalla seconda Persona della Santissima Trinità. Ma c’è chi pretende di saperne di più, non solo del Papa mettendone in dubbio i pronunciamenti, ma anche di Dio stesso rivedendo i dieci comandamenti a proprio uso e consumo.
A questo ha portato la nascita del “magistero parallelo” che nacque proprio in occasione dell’enciclica Humanae vitae, data da Paolo Vi nel 1968 sui temi della morale. Al tempo, la maggior parte dell’episcopato mondiale si espresse negativamente sui contenuti del documento magisteriale fatto circolare precedentemente (e con metodo sinodale) alla sua pubblicazione. Papa Montini decise di darla comunque alle stampe. Roma locuta, causa soluta, si sarebbe detto. Invece sorse un movimento di opposizione che provocò per dieci lunghi anni il silenzio delle encicliche. Solo Papa san Giovanni Paolo II lo seppe rompere. Quel vescovo di Roma polacco, che aveva combattuto sia il totalitarismo nazionalsocialista che quello socialcomunista, non temeva l’ondata di progressismo e il Sessantotto nei seminari. Che dovette arretrare e ripiegare su rivistucole per pochi iniziati. Nel frattempo, i più agguerriti vergavano il manifesto di Colonia e altre lettere di pubblico dissenso verso Papa Wojtyla, e alcuni erano riusciti anche a diventare vescovi.
Solo che, proprio ora che erano pronti a dare la spallata finale alla tradizione e al senso comune, arriva il Papa americano, che non soltanto al Giubileo della Famiglia osa citare la Humanae Vitae, ma aggiunge, in un messaggio ai partecipanti al seminario “Evangelizzare con le famiglie di oggi e di domani. Sfide ecclesiologiche e pastorali”, addirittura un riferimento esplicito alla Familiaris consortio di Giovanni Paolo II, per ribadire che: «Forse molti giovani, che ai nostri giorni scelgono la convivenza invece del Matrimonio cristiano, in realtà hanno bisogno di qualcuno che mostri loro in modo concreto e comprensibile, soprattutto con l’esempio della vita, cos’è il dono della grazia sacramentale e quale forza ne deriva; che li aiuti a comprendere “la bellezza e la grandezza della vocazione all’amore e al servizio della vita” che Dio dona agli sposi».
Leone XIV: la famiglia è fatta da uomo e donna
«Paolo VI, con la Humanae vitae, deluse le attese», ha scritto Andrea Riccardi, fondatore della Comunit&agra...Ma come, e l’inclusione? e la diversità? Deluso, padre Maggi ricorda al suo intervistatore che «Papa Leone è chiamato ad affrontare la grande sfida dell’equilibrio tra la difesa della sacralità del matrimonio fra uomo e donna e l’accoglienza delle persone gay. E tra le anime ecclesiastiche in contrasto su questi temi». Sono le anime che promuovono le nozze fra persone omosessuali e che hanno promosso la liberticida proposta di legge Zan sull’omofobia, per le quali si presta a celebrare messa e predicare imbandendo l’altare con variopinte bandiere arcobaleno.
Non s’intende mica il «va’ e non peccare più», detto all’adultera o il richiamo alla samaritana. Qui semmai entriamo nella dimensione della teologia queer, in cui «Gesù libera la famiglia dai “ricatti sociali” che ne bloccano la maturazione». Si è convinto che «nei Vangeli, famiglia vuol dire comunità accogliente» e che «la direzione deve continuare a essere quella di una Chiesa aperta concretamente a tutti». Che, in altre parole, significa scardinare il deposito della fede. La “frociaggine”, come l’avrebbe definita Papa Francesco di felice memoria, ha lanciato la sua sfida.