Due anni e 8 mesi di reclusione senza concedere circostanze attenuanti generiche. È la pena che il gup di Milano Fabrizio Filice ha inflitto a Fares Bouzidi, l'amico 22enne di Ramy Elgaml che la notte del 24 novembre 2024 era alla guida dello scooter in fuga dai carabinieri del Radiomobile di Milano su cui il 19enne del Corvetto ha perso la vita dopo lo schianto all'angolo fra via Ripamonti e via Quaranta.
Una morte per cui sono ancora aperte le indagini della Procura di Milano - in via di definizione - per omicidio stradale a carico del giovane di origine tunisina e del carabiniere alla guida di una delle tre gazzelle coinvolte nell'inseguimento, oltre a quelle per favoreggiamento e depistaggio sugli altri 5 militari che avrebbero intimato a un testimone oculare di cancellare i video girati con lo smartphone negli attimi del sinistro. La sentenza del primo processo con rito abbreviato, nata dalla vicenda che scatenò le proteste del quartiere Corvetto al grido di 'verità per Ramy', arriva dopo una maxi udienza lampo: alle 14.30 tutti e 6 i carabinieri si costituiscono parte civile con, fra gli altri, l'avvocato Paolo Sevesi presente in aula. Il gup respinge la richiesta di costituzione dell'associazione delle forze armate 'Pianeta sindacale carabinieri'. In meno di due ore i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini fanno la requisitoria e chiedono esattamente la condanna inflitta dal giudice: 2 anni e 8 mesi per resistenza aggravata senza attenuanti generiche.
Nel dispositivo della sentenza il giudice condanna Fares anche a risarcire gli appartenenti alle forze dell'ordine, con un danno liquidato per via equitativa a 2mila euro ciascuno. Viene ordinata la confisca di quanto sequestrato la notte dell'incidente: 850 euro in contanti, in tasca del giovane alla guida del T-Max in fuga per 8 chilometri, e una catenina. Bouzidi, assolto proprio mercoledì da un'accusa di spaccio di droga per essere stato fermato con qualche grammo di hashish, "sapeva" che la condanna "era possibile e che comunque la condotta che ha assunto" fuggendo dai carabinieri "era scorretta e andava punita", ma questa "sentenza ci delude, è una pena troppo elevata rispetto a quella che è la realtà dei fatti contestati", commenta a caldo l'avvocato Marco Romagnoli, legale del 22enne assieme alla collega Debora Piazza. Gli avvocati di Fares hanno annunciato l'intenzione di proporre appello perché "le sentenze non si commentano ma si impugnano". E sulla vicenda è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini che sui social ha scritto: "La giustizia ha fatto il suo corso. Nonostante fiumi di difese giornalistiche, proteste dei centri sociali (con tanto di aggressioni alle Forze dell'ordine) e coccole della sinistra per giustificare l'ingiustificabile". Nulla da aggiungere.