Garlasco, controffensiva dei Poggi: la mossa per Andrea Sempio

giovedì 3 luglio 2025
Garlasco, controffensiva dei Poggi: la mossa per Andrea Sempio
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Dopo aver sopportato, sofferto, e osservato - più o meno in silenzio - la nuova inchiesta sull’omicidio di loro figlia (uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco) che ha portato ad indagare per concorso in omicidio Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ora la famiglia di Chiara Poggi esce allo scoperto. E lo fa attraverso i propri avvocati che, a due giorni dalla ripresa (domani) dell’incidente probatorio, hanno annunciato che l’impronta 33 sulle scale della villetta di via Pascoli, vicino al punto in cui venne trovata morta la 26enne, non sarebbe attribuibile a Sempio e sarebbe «estranea alla dinamica omicidiaria», come hanno concluso i loro consulenti.

«Alla luce del comunicato stampa diffuso dalla procura di Pavia il 21 maggio scorso in merito all’attribuzione ad Andrea Sempio dell’impronta palmare numero 33, posta all’altezza del terzo gradino della scala “ove è stato rinvenuto il cadavere di Chiara Poggi” e della precedente propalazione (divulgazione ndr) della notizia da parte del Tg1 mediante immagini quantomai suggestive, la famiglia Poggi ha provveduto a richiedere ai propri consulenti un apposito approfondimento tecnico, previa acquisizione della consulenza dattiloscopica del pubblico ministero», hanno fatto sapere in una nota i legali della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, riferendo che «le conclusioni formulate depongono per la sicura estraneità dell’impronta alla dinamica omicidiaria, oltre che per la non attribuibilità della stessa ad Andrea Sempio».

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Alla luce delle conclusioni dei consulenti sull’impronta palmare 33, «abbiamo pertanto ritenuto di sollecitare, quali legali delle persone offese, un definitivo accertamento sul punto, da compiersi con incidente probatorio, ponendo immediatamente a disposizione della procura il contributo tecnico-scientifico fornito dai nostri consulenti», hanno spiegato ancora gli avvocati. Una richiesta però bocciata dalla procura di Pavia. «Con l’occasione, a fronte delle sorprendenti ipotesi che erano state avanzate su alcuni media in merito alla possibile presenza di sangue sull’impronta in questione (come tale già esclusa dall’apposito test effettuato dal Ris di Parma), ci era parso opportuno evidenziare l’esigenza di fare definitiva chiarezza anche su questo aspetto, valutando in contraddittorio l’asserita esperibilità - ad avviso di uno dei consulenti di Alberto Stasi di ulteriori accertamenti», hanno chiarito gli avvocati Tizzoni e Compagna.

«Tale istanza, volta esclusivamente a garantire un imparziale accertamento dei fatti nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti nell’attuale vicenda processuale, è stata tuttavia rigettata dal pubblico ministero, il quale ha ritenuto di dover sottoporre i dati tecnici in esame ad una sua diretta ed esclusiva valutazione, da compiersi all’esito delle indagini in occasione dell’eventuale esercizio dell’azione penale nei confronti dell’attuale indagato. Prendiamo doverosamente atto di tale determinazione, ma ci saremmo sinceramente augurati che un dato probatorio rappresentato ai media come decisivo per l’accertamento dei fatti potesse essere subito chiarito proprio nell’ambito dell’attuale incidente probatorio, per il quale è stata fissata udienza al 24 ottobre 2025».

Questa consulenza di parte, sommata al fatto che gli esami effettuati finora alla ricerca di Dna- sui reperti della spazzatura della colazione di quel mattino di 18 anni fa e su quasi 60 impronte - non hanno fornito elementi utili alle indagini, ora rendono sempre più centrali le analisi dei due profili genetici trovati sui «margini ungueali» di Chiara Poggi, che saranno il punto nodale del maxi incidente probatorio.

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