La professoressa Luisa Regimenti, medico legale e docente a Tor Vergata, offre una nuova lettura del delitto di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007, in un’intervista alla giornalista Rita Cavallaro per la rivista Gente. Analizzando il referto dell’autopsia, Regimenti contesta la sentenza della Cassazione che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni, ipotizzando una dinamica ben diversa. Secondo la docente, Chiara sarebbe stata uccisa da almeno due persone in un’“esecuzione brutale”, mossa da un “odio cieco”, senza movente sessuale. Le ferite rilevate, inclusi due tagli netti sulle palpebre, suggeriscono che la ragazza abbia visto qualcosa di compromettente.
Regimenti descrive un’aggressione complessa: “Con un coltello svizzero Chiara è stata torturata mentre qualcuno la teneva immobilizzata sul divano. Le sono stati inflitti due tagli netti sulle palpebre, segno che aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Poi è riuscita a scappare verso la porta ed è stata picchiata. Infine è stata colpita con un’ascia e un martello, che l’ha uccisa con forza notevole”.Questa ricostruzione implica l’uso di più armi (coltello, ascia, martello) e una dinamica articolata all’interno della villetta di via Pascoli. L’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis, rilancia: “A uccidere Chiara Poggi sono state almeno due persone”. Le dichiarazioni di Regimenti riaprono il dibattito sul caso, sollevando dubbi sulla versione ufficiale e sul movente, ancora poco chiaro, di un omicidio che sembra scaturito da un forte risentimento personale.