A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso continua a sollevare interrogativi e nuovi spunti di riflessione. Anche se Alberto Stasi sia stato condannato in via definitiva, la possibilità che ci fosse un secondo responsabile nell'omicidio di Garlasco torna a farsi strada tra gli indizi mai chiariti. Un secondo killer, insomma. E tra il novero delle possibilità resta anche quella che non vede in Stasi il primo dei due ipotetici assassini.
Emergono ancora oggi tracce ed elementi che non hanno trovato una collocazione certa: impronte mai identificate, una scarpa distrutta di cui non si è saputo più nulla, e persino l’impronta di un piede nudo, affetto da una deformazione compatibile con l’alluce valgo. Sono particolari che gettano ombre sull’indagine e sulle possibili omissioni.
A far riemergere la teoria di un secondo soggetto presente sulla scena del crimine è Enrico Manieri, specialista in balistica e analisi delle macchie di sangue, che intervistato da Il Giorno si è speso in una minuziosa analisi delle fotografie scattate all’interno della villetta di via Pascoli, a Garlasco. Manieri ha individuato impronte di calzature che non combaciano con le celebri Frau numero 42 appartenenti ad Alberto Stasi. "Ci sono segni sul pavimento e sui gradini della scala che portano alla taverna lasciati da una suola diversa, con risalti rettangolari", rimarca l'esperto forense. "Un’impronta si trova addirittura sul primo gradino, sporca del sangue della vittima, un’altra nella parte destra della scala. Nessuna delle 27 paia di scarpe analizzate all’epoca ha caratteristiche compatibili". Secondo l'eperto, insomma, le impronte confermerebbe l'ipotesi dei due assassini.
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Garlasco, qualcosa di nuovo bolle in pentola? Gianluca Zanella, volto del canale d’inchiesta Darkside, è to...Il quadro si fa ancora più complesso con un ritrovamento avvenuto undici giorni dopo il delitto: due agricoltori trovarono un sacco di plastica in un canale di scolo tra Villanova d'Ardenghi e Zinasco. Al suo interno c’erano abiti apparentemente recenti e un paio di scarpe Mister Valentino numero 43, con una suola che sembrava corrispondere alle impronte rilevate nella casa. "Il Luminol diede esito positivo", ricorda Manieri. "Successivamente, il test Combur risultò negativo. Ma attenzione: le scarpe erano rimaste in acqua per giorni e potrebbero esserci stati falsi negativi". Quelle scarpe, che avrebbero potuto essere decisive, furono archiviate e poi sparirono. Alcune ricostruzioni parlano addirittura della loro distruzione.
Ma non è tutto. Secondo quanto riportato da Dillinger News, tra le prove rimaste ai margini ci sarebbe anche un’impronta plantare, lasciata da un piede nudo con una particolare deformazione compatibile con l’alluce valgo, una condizione che interessa circa un quarto della popolazione, soprattutto donne. Questa impronta non è mai stata collegata a Stasi, né ai familiari della vittima, né al personale intervenuto. È rimasta un segno inspiegato sulla scena del crimine.
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Ignoto 3 all'attenzione degli inquirenti. Il ritrovamento di un Dna ignoto, e non riconducibile ad Alberto Stasi e a...Oscar Ghizzoni, medico legale che ha lavorato come consulente della difesa di Stasi, conferma l’anomalia: secondo lui, l’impronta è morfologicamente incompatibile con i piedi dell’imputato. Si tratta di un dettaglio tecnico che, pur essendo emerso nel corso dei processi, non ha trovato spazio nelle motivazioni delle sentenze. Un'impronta che, stando a medie e statistica, potrebbe appartenere a una donna. Un dettaglio che rende il mistero sempre più fitto.