Inchiesta su 47 pro-Pal: i pm chiedono 7 arresti

di Andrea Vallemercoledì 30 luglio 2025
Inchiesta su 47 pro-Pal: i pm chiedono 7 arresti
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Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre arresti domiciliari. È la richiesta avanzata dalla procura di Torino a seguito delle manifestazioni pro Palestina che si sono tenute a Torino tra il 2023 e il 2024. I magistrati hanno anche chiesto per una decina di indagati (in tutto sono 47) altre misure cautelari, dall’obbligo di dimora all’obbligo di firma.

Il fascicolo è stato aperto dalla procura sulla scorta di un lungo rapporto della Digos. Tra le vicende prese in esame ci sarebbero gli incidenti avvenuti al Campus Einaudi (uno dei centri dell’università torinese) in occasione di una iniziativa del Fuan (il Fronte di azione universitaria di destra) e nel centro storico della città in concomitanza dell’arrivo della premier Giorgia Meloni al Festival delle Regioni, oltre a una dimostrazione Pro Pal davanti alla sede della Rai. In questi giorni sono in corso gli interrogatori preventivi da parte del gip del tribunale di Torino per decidere sulla richiesta delle misure cautelari. L’annotazione della Digos è di circa 250 pagine.

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La difesa degli antagonisti afferma che le richieste non sono giustificate a distanza di così tanto tempo dai fatti contestati. Le difese contestano anche la ricostruzione degli eventi operata dagli investigatori, sottolineando che in diversi episodi non è possibile parlare di scontri innescati dai manifestanti. La procura di Torino, invece, ipotizza almeno cinque reati: resistenza aggravata, oltraggio, violenza privata aggravata, danneggiamento e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. A vario titolo, gli indagati avrebbero cercato di «sfondare gli sbarramenti predisposti dalle Forze dell’ordine, aggredendo i poliziotti con spinte e calci, inveendo e sputando». Poi avrebbero «danneggiato i mezzi di servizio, fatto irruzione dentro a un ristorante McDonald’s e ferito diversi agenti». Sui canali social, alcuni esponenti Pro -Pal criticano le toghe: «Come al solito, la narrazione faziosa delle indagini non inserisce le proteste in un contesto di rivendicazione sociale e politica. Si limitano a ritrarci come dei pericolosi sovversivi, riducendo le lotte alla stregua di violenza situazionale».

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