Il Meeting di Cl si dimentica il senso del cristianesimo

Comunione e Liberazione è arrivata a identificarsi con Draghi, l’opposto di don Giussani. Il Movimento ormai ha abbandonato la sua missione per compiacere la sinistra...
di Antonio Soccimartedì 26 agosto 2025
Il Meeting di Cl si dimentica il senso del cristianesimo

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Cos’è oggi il Meeting di Rimini di cui parlano i media? E cos’è accaduto a Comunione e Liberazione? Possibile che siano arrivati a identificarsi con un personaggio ideologicamente agli antipodi di don Giussani come Mario Draghi, spingendo la venerazione nei suoi confronti addirittura fino ad accenti messianici? È la storia di un naufragio. Lo sbandamento di CL aveva costretto addirittura la Santa Sede, nel 2021, a intervenire pesantemente, inducendo alle dimissioni il successore di don Giussani. Intervento sacrosanto, ma purtroppo inutile (con il suo vice non è cambiato niente).

Per capire tutto bisogna fare un passo indietro. Giussani, l’appassionato fondatore del Movimento, smentì tutte le teorie sociologiche, perché attraverso di lui “esplose” un’imprevista rinascita cattolica nel momento storico ritenuto peggiore (il ’68), nel gruppo umano che sembrava il più lontano e avverso (i giovani universitari) e nella città più moderna d’Italia (quindi, secondo il paradigma della sociologia, la più secolarizzata): Milano. Tramite Giussani, Gesù Cristo ha affascinato generazioni di giovani mentre si dissolvevano tutti i movimenti giovanili nati dal ’68.

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GLI INSEGNAMENTI DI DON GIUS
CL seppe interloquire con la cultura laica, incise in modo originale, con una chiara identità, nel dibattito pubblico, mentre altri cattolici si erano intruppati a sinistra come mosche cocchiere. Per questo CL, dalla sua nascita, fu avversata dai media conformisti, fu odiata dalla sinistra e spesso subì l’intolleranza violenta degli estremisti.

Per spiegare lo scopo di CL, ma anche la sua forza e la sua impetuosa crescita, bisogna tener presenti queste parole di Giussani: «Il nostro compito supremo è quello di diffondere nel mondo il grande messaggio di Cristo. Ci è stato fatto il dono della fede perché noi lo abbiamo a comunicare e da questo sarà giudicata la nostra vita. Che l’uomo conosca Cristo, che l’umanità conosca Cristo, questo è il compito di chi è chiamato e il compito del popolo di Dio: la missione».

Invece dopo la sua morte, il 22 febbraio 2005, CL ha imboccato la strada opposta, ha abbandonato la missione. L’Annuncio di Cristo, che era la ragion d’essere del Movimento, è stato considerato “divisivo”. Per piacere a Bertinotti, Violante, Recalcati o Polito si sono vergognati di Cristo. Proprio ciò da cui Giussani metteva in guardia nella sua ultima intervista: «Hanno avuto vergogna di Cristo». Lui lì parlava in generale della Chiesa, ma (senza immaginarlo) descrisse cosa sarebbe diventata CL dopo la sua morte.

La “nuova CL” invece di restare fedele a Giussani ha cercato l’applauso dei media mainstream e della sinistra che, così “domata”, l’hanno finalmente “accettata” nella buona società. Ma il prezzo è stato salatissimo. Infatti dal 2005, quello che era il movimento cattolico più vivace e incisivo, è sparito dai radar, si è dissolta la sua presenza originale ed è iniziato il suo crollo verticale, soprattutto negli ambienti giovanili dove CL era nata. Oggi fra i giovani la presenza di CL è ormai residuale, irrilevante: i pochi rimasti sono per lo più figli di vecchie famiglie cielline e hanno spesso idee molto confuse. Al recente Giubileo mondiale dei giovani di Tor Vergata CL è riuscita a portare a fatica 700 persone, disperse in un milione di partecipanti.

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I NUOVI GIOVANI
Per fare un paragone con altre nuove comunità come CL, a Tor Vergata c’erano 120 mila giovani del Cammino Neocatecumenale e due giorni dopo, sempre a Tor Vergata, i giovani Neocat hanno fatto il loro raduno annuale e ben 10.500 di loro hanno annunciato l’inizio della vocazione sacerdotale, religiosa o missionaria. CL resta in coma. La Chiesa pur facendo dure correzioni al successore di Giussani – ha ribadito la validità del carisma e il Papa più volte ha incitato i ciellini a tornare alle origini, a Giussani.

Invece sono tornati a Mario Draghi. Il quale era già venuto al Meeting il 24 agosto 2022, dopo la caduta del suo governo (si era in attesa delle elezioni). In quell’occasione Giorgio Vittadini, da decenni burattinaio del Meeting e di CL, affermò «noi siamo draghiani» e aggiunse espressioni messianiche mai sentite dentro al Movimento: «Noi abbiamo bisogno di uomini grandi come lui per dettare il futuro del Paese. E anche se lui lascia deve darci la ricetta per i prossimi anni senza cui ci perderemmo».

In pratica: il salvatore (nonostante la sua prova disastrosa a Palazzo Chigi). Quest’anno il caso è ancora più esplosivo. Infatti il Meeting per consuetudine invita le autorità di governo e, nei dibattiti, i politici di diverse aree. Dovendo invitare un presidente del Consiglio come Giorgia Meloni hanno derogato alla norma e hanno fatto aprire il Meeting dal discorso solenne di Draghi che non ha alcuna carica istituzionale.

OPERAZIONE TRASFORMISMO
Parlando dell’Europa, Draghi ha fatto la solita operazione trasformistica. Come qualcuno ha scritto sui social: «Draghi è l’idraulico che viene a riparare il sifone del lavandino rotto e sbotta “ma che cavolo di lavoro le hanno fatto?” e il lavoro lo aveva fatto lui». Ma l’aspetto grave è un altro: in tutto quel discorso sull’Europa, mai una volta ha fatto un riferimento al cristianesimo. Draghi, che non ha mai letto neanche Benedetto Croce, incarna l’arrogante Tecnocrazia anticristiana che ha totalmente fallito alla guida della UE.

Eppure Bernhard Scholz, presidente del Meeting, ha commentato: «Ci riconosciamo nell’europeismo di Draghi». L’attuale capo di CL si è spellato le mani negli applausi e poi ha confabulato per un’ora con Draghi. Vittadini, presentando il Meeting, aveva scritto: «Tra gli ospiti Mario Draghi, il Commissario europeo Fitto e il Ministro per gli affari europei Foti”. Perché ha dimenticato l’ospite più importante, Giorgia Meloni?

Forse dovendola invitare in quanto premier (serve mantenere rapporti con chi governa), ha evitato di menzionarla per ribadire «noi siamo draghiani». Del resto hanno fatto da trampolino per le operazioni di potere di Draghi. E ora? In CL ci sarà qualcuno che si ribellerà e vorrà tornare alle origini, a Giussani e a Gesù Cristo?

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