Piacenza, follia burocratica: la scuola non concede le lezioni a distanza alla mamma 16enne

Mala-educazione a Piacenza: niente dad alla giovane madre. Ecco perché questa ragazza non deve essere lasciata sola
di Gianluigi Paragonelunedì 1 settembre 2025
Piacenza, follia burocratica: la scuola non concede le lezioni a distanza alla mamma 16enne

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Confesso che mi ha molto colpito la storia della adolescente sedicenne di Piacenza, già madre di un bambino, in dolce polemica con la scuola che non le ha ancora accordato la possibilità di proseguire con la didattica a distanza. E bene ha fatto il quotidiano Libertà di Piacenza a raccogliere la storia e rilanciarla.

Non so come andrà a finire ma una cosa mi è chiara: questa ragazza, studentessa modello con voti alti, ha già vinto; mentre per il solo fatto di indugiare la scuola ha già perso. Il coraggio di una ragazzina che ha portato avanti la gravidanza e ora la maternità sfidando l’illogica burocrazia di chi non riesce più a comprendere il senso della vita, le sue storie e pretende pure di essere un educatore.

Non lasciamo sola questa ragazza, seguiamola discretamente almeno su questa battaglia di civiltà. Mi domando come sia possibile arrivare alla questione dad sì, dad no. Mi domando cosa sia saltato in testa alla dirigente di seguire la burocrazia e non il buon senso: ma in che razza di mondo ci siamo infilati se non sappiamo nemmeno più affrontare norme appiccicose come chewing-gum. Che razza di scuola stiamo portando avanti? Facciamo riforme ogni tot anni, inseguiamo le sfide disumane dei social, impartiamo lezioni e lezioncine alle giovani generazioni e poi di fronte al coraggio di una ragazza madre la lasciamo sola, le rifiutiamo la possibilità di seguire le lezioni a distanza, cioè di utilizzare l’abc tecnologico per una ragione sacrosanta.

Io non so come andrà a finire questa storia e mi auguro che questo commento invecchi e scada nello stesso istante in cui lo invio al direttore perché domani la dirigente, accorgendosi della pessima figura che sta facendo, risolva la questione con il via libera. Ma se anche dovessero passare altre ore o- malauguratamente - la ragazza dovesse lasciare gli studi perché le venisse rifiutata la dad, io mi auguro che quella dirigente sia bocciata, punita, impossibilitata di fare altri danni con la sua irreprensibile condotta burocratica; e che, al contrario, sia restituita a quella studentessa e giovane madre la dignità che merita.

Quella adolescente ha il sacrosanto diritto di continuare a studiare, di essere attrezzata per il futuro dei titoli che vorrebbe conseguire. Parliamo tanto di natalità e di contribuiti ai giovani e poi accade che «per frequentare debba andare in comunità con il mio bambino; è assurdo», come ha scritto nella lettera al quotidiano piacentino, poi resa pubblica. «O che debba trovare un asilo privato che costa oltre mille euro al mese. Lo scorso anno la dad mi era stata concessa da novembre in quanto la mia era una gravidanza a rischio. Quest’anno mi hanno fatto sapere che sarebbe contro il regolamento. Voglio studiare, ma rimanendo con mio figlio e la mia famiglia».

«Ho partorito di domenica, il martedì ero già collegata dall'ospedale», ha proseguito. «Mi sento delusa, ho sempre dato il massimo e ora rischio di essere tagliata fuori». Lo ripeto: nessuna regola sarà mai più giusta del diritto di questa e di altre ragazze di proseguire negli studi! E nessun minuto di riflessione è giustificato da parte della dirigente, che fa sapere di aver interpellato i Servizi Sociali: «L’obiettivo è trovare la soluzione migliore per la ragazza e per suo figlio», ha detto la “preside” che si ritiene così superiore da voler decidere lei cosa sia meglio per la ragazza e per il suo bimbo. Ma davvero siamo ancora così messi male?