Ultima Generazione: i giudici assolvono i blocchi stradali e giustificano i vandali

Fa parte di una loro libera e legittima interpretazione, che però si presta con facilità all’accusa di essere stata dettata da motivi ideologici
di Corrado Oconemercoledì 3 settembre 2025
Ultima Generazione: i giudici assolvono i blocchi stradali e giustificano i vandali

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Le sentenze si rispettano, ma possono essere criticate. È uno dei capisaldi dello Stato di diritto. È con questo spirito che manifestiamo qui tutte le perplessità possibili sulla sentenza con cui il Tribunale di Milano ha mandato assolti i cinque giovani attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione che il 20 febbraio 2023 avevano bloccato il traffico nei pressi della Stazione di Porta Garibaldi a Milano per protestare contro l’uso dei combustibili fossili. Fermati e portati in caserma, ai giovani erano stati contestati reati ben precisi: manifestazione non autorizzata, resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, blocco stradale. Ad essi si era poi aggiunta la violazione dei fogli di via che avrebbero dovuto impedire loro di ritornare nel Comune di Milano. I giudici non si sono opposti ai capi d’imputazione (d’altronde come avrebbero potuto?), ma hanno considerato «di particolare tenuità» i reati contestati, arrivando ad apprezzare il «contegno pacifico e non violento» da loro tenuto nel corso delle indagini e del dibattimento. Hanno poi considerato addirittura un’attenuante il fatto che la manifestazione fu «breve e scarsamente partecipata». Risultato: tutti a piede libero, senza nemmeno una sanzione.

Fa parte di una loro libera e legittima interpretazione, che però si presta con facilità all’accusa di essere stata dettata da motivi ideologici. È ormai da anni, infatti, che in una parte, per fortuna sempre più irrilevante, dell’opinione pubblica e della società civile italiane, e quindi anche della magistratura, vige una sorta di tolleranza nei confronti di particolari azioni illegali su cui si ritiene di dover chiudere un occhio perché espressione di esigenze ritenute giuste a prescindere. Ci sarebbe tanto da discutere sulla “giustezza” dell’ambientalismo ideologico professato da certi giovani (e non solo), ma non è questo il luogo. Né è inopportuno ricordare che la Repubblica tutela l’espressione di ogni opinione, anche le più bizzarre o discutibili. Esse però devono manifestarsi negli ambiti e nei limiti stabiliti dalla legge, a tutela prima di tutto di diritti altrettanto legittimi quali quello di circolare liberamente per la propria città, andare a prendere un treno, andare a lavorare. La protesta, in poche parole, non può trasformarsi in prepotenza e in mancanza di rispetto verso il prossimo.

Né può sfociare in atti vandalici che vadano a colpire, e spesso a rovinare, le innumerevoli testimonianze del passato e i tesori d’arte di cui è piena l’Italia (l’assalto alle opere d’arte è, come è noto, un’altra delle “specialità” illegali della casa, cioè di Ultima Generazione). Un discorso a parte merita poi il discorso della “responsabilità civile” che dovrebbe avere chi svolge un’attività così delicata come l’esercizio della giustizia. Che segnale mandiamo ai giovani per bene con sentenze di questo tipo? E gli altri non si sentiranno forse autorizzati a manifestare le loro idee in modo illegale? Non riterranno che tutto permesso? Lungi dal responsabilizzarsi, troveranno comodo restare in una eterna condizione di immaturità, protetti e coccolati dai grandi. Senza considerare che se le azioni illegali aumentassero di numero, sarebbe stata la coesione sociale e la stessa convivenza civile a risentirne.