"Non ho mai preso soldi dalla famiglia Sempio: non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo". Lo ha detto a Quarto Grado Giuseppe Spoto, l'ex maresciallo dei carabinieri che venerdì scorso ha subito la perquisizione della sua abitazione, nell'ambito dell'inchiesta contro l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, a sua volta nell'ambito del caso di Garlasco. "Non sono indagato - ha affermato Spoto -, quindi già per il momento è una buona notizia. È stato uno shock, sicuramente, perché vedere arrivare nella propria abitazione alle sette del mattino otto persone per fare una perquisizione, per prendere un cellulare, due computer, un'agenda, le avrei potuto tranquillamente consegnare a espressa richiesta".
"Fare due chiacchiere per me era fargli la notifica, non c'era nessun secondo fine nella mia azione. Era quello il mio obiettivo"., ha spiegato a proposito della telefonata con Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta per l'omicidio di Chiara Poggi, del febbraio 2017. "Chiamai per rassicurarmi che Sempio - ha ricordato - rimanesse a Montebello della Battaglia, presso l'Iper dove lavorava". Venerdì scorso l'abitazione di Spoto è stata perquisita dagli inquirenti che indagano nei confronti dell'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, accusato di corruzione in atti d'ufficio: per l'accusa avrebbe preso denaro per archiviare le accuse nei confronti del figlio. All'epoca Spoto, che non è indagato, era incaricato di ascoltare le conversazioni e poi trascriverle. Tra queste c'è anche la frase "dobbiamo pagare quei signori lì...", che per l'accusa inchioderebbe Venditti.
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A Dritto e Rovescio si discute animatamente sulle novità del caso Garlasco, che sta tenendo banco ormai da mesi e..."Ricordo quel passaggio, ma la frase si completava, mi sembra fosse la madre di Sempio che chiedesse al padre 'a chi dobbiamo pagare' e il padre rispondeva 'agli avvocati'. Se io ho preso soldi? Assolutamente no, perché avrei dovuto? Io ho fatto solo il mio lavoro, ho una coscienza cristallina - ha risposto -. Ho fatto 40 anni nell'arma, sono figlio di carabinieri, sono stato educato in un certo modo. Non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo". Nel corso della puntata di 'Quarto Grado', è stato mostrato in esclusiva uno scontrino della famiglia Sempio trovato tra vecchi documenti, datato 14 agosto 2007, il giorno successivo all'omicidio di Chiara Poggi. Il documento si riferisce al parcheggio vicino alla libreria di Vigevano, lo stesso luogo in cui, Andrea Sempio, sostiene di essersi recato il giorno precedente. Questo nuovo elemento, ipotizza la trasmissione, potrebbe contribuire a ridimensionare le polemiche intorno al primo scontrino - quello del giorno dell'omicidio - che era stato conservato per anni dalla madre di Sempio e mostrato agli inquirenti durante gli interrogatori.