Libero logo

Scienza, carriera e amore: è boom di mamme over 50

A Porto Recanati una 52enne dà alla luce il primo figlio. Nel nostro Paese record di parti sopra i 40 anni. Il ginecologo: aiuta la procreazione assistita
di Claudia Osmettisabato 11 ottobre 2025
Scienza, carriera e amore: è boom di mamme over 50

(Pixabay)

4' di lettura

«Sappiamo che ci aspettiamo tempi impegnativi, ma la nostra è stata fin dall'inizio una scelta ponderata e siamo pronti a fare tutto il meglio possibile per crescere il nostro Lorenzo». Sono al culmine della contentezza mamma Maria Giovanna Mauloni e babbo Fabio Cipriani. Sorridono, siedono su un letto del reparto di Ostetricia all'ospedale di Macerata, il loro primo figlio è nato da meno di due giorni con un parto cesareo e pure un po' prima del previsto (infatti, al momento, si trova in una culla termica), ché evidentemente aveva fretta di venire al mondo. Però sta bene e l'importante è quello. C'è solo un piccolo particolare: Maria Giovanna ha 52 anni.

Non è la sola, non è la prima, non sarà nemmeno l'ultima: lei di Porto Recanati, con un impiego nel settore turistico, con quel desiderio di maternità scoppiato quasi in zona Cesarini, «verso i quarant'anni ho avvertito l'esigenza di dare vita a un progetto di famiglia che poi si è fortunatamente materializzato», con il supporto del professor Mauro Pelagalli che dirige il dipartimento Materno e infantile dell'Ast di Macerata, perché sì, il percorso della procreazione naturalmente assistita non è una bazzecola (non lo è a qualsiasi età, figuriamoci a quella di Maria Giovanna) mano, non è neanche una bandiera bianca sventolata in faccia al caso.

Piacenza, follia burocratica: la scuola non concede le lezioni a distanza alla mamma 16enne

Confesso che mi ha molto colpito la storia della adolescente sedicenne di Piacenza, già madre di un bambino, in d...

Passo indietro, la “procreazione naturalmente assistita”, in gergo la Pna, è un approccio medico combinato che non è esattamente la procreazione in provetta ma non è nemmeno la gravidanza tradizionale, è più un aiuto (tecnico, professionale) che ha l'obiettivo di aumentare le possibilità del concepimento e che rispetta in toto il ciclo riproduttivo naturale. «Quando ho saputo di essere rimasta incinta», dice mamma Maria Giovanna, «ero incredula, poi ho avvertito una grande gioia». Ti cambia l'universo, in quell'istante. Ti cambia la prospettiva, ti cambia l'esistenza: ed è vero che gli anni che hai sulle spalle sono importanti, che non sono un fattore secondario, men che meno lo sono da un punto di vista fisiologico, tuttavia, alla fine, sta tutto lì.

Storie come quella di Maria Giovanna e di Fabio (tra gestazioni naturali, ricorsi alla Fivet, piccoli miracoli o della scienza o della vita) sono sempre più frequenti. Mamma Veronica ha avuto due gemelline alla stessa età di Maria Giovanna, cioè a 52 anni (era il marzo del 2024). Mamma Pina ha dato alla luce una bimba a 56 anni (nel gennaio scorso). Mamma Mariarosaria ha partorito nel giorno del suo 51esimo compleanno (a settembre dell'anno passato). Mamma Luisa è riuscita a stringere tra le braccia quel fagottino che aveva voluto con tutta se stessa a 54 anni (era maggio del 2024).

Ci vuole tenacia, ci vuole costanza: ci vuole anche tanto perché coraggio semplice non lo è (tra l'altro per una donna la corsa contro il tempo non è come per un uomo) e facile non lo diventare col passare degli anni (una gravidanza “tardiva” ricade sulla gestione successiva della famiglia, partorire a cinquant'anni significa averne sessanta quando i figli devono essere portati a scuola ea calcetto, 65 quando avranno le prime cotte, 75 quando si laureeranno all'università). Eppure i casi di parti over, over50 e anche over40, in Italia, sono in aumento: «Soprattutto per il sempre maggior ricorso alla procreazione assistita», spiega il ginecologo di Pordenone Lino Del Pup che è anche l'ex presidente della Società di protezione della fertilità e che si occupa proprio di aiutare a concepire naturalmente.

Da un lato la scienza che (per fortuna) è sempre più mirata e precisa, dall'altro un fattore culturale («oggi le coppie si sciolgono più facilmente, spesso il desiderio di un bambino si ha in età tardiva per questo»). Il nostro, dati alla mano che sono quelli dell'Eurostat e che lo dicono già da una decina d'anni, è il Paese europeo con il più alto tasso di donne che fanno figli tra i quaranta ei cinquant'anni: 18.122 all'anno, 2.145 delle quali sono nell'ultimo lustro della fascia d'età; da noi ben 306 signore con più di cinquant'anni, nel 2017, hanno partorito un bebè (vuol dire quasi una al giorno). E, non bastasse, l'età media di chi ha il primo figlio si sta alzando, è quasi 32 anni per le neo-madri ed è 35 anni per i neo-padri.

«Notizie come questa sono sempre positive perché una nuova vita va sempre festeggiata», continua Del Pup, «però non dobbiamo dimenticare una cosa: una gravidanza a quell'età non va presa sotto gamba, può presentare dei rischi come l'ipertensione gestazionale o il diabete gestazionale. Per una che, vivaiddio, va bene, ce ne sono altre che purtroppo si interrompono prima». Insomma, se la natura ha fissato la soglia standard di fertilità prima un motivo c'è «ed è quello della protezione genetica della specie». Ciò non scalfisce, è ovvio, la felicità per il bellissimo fiocco azzurro di mamma Maria Giovanna.

Rimini, drogano e picchiano la figlia per costringerla a sposarsi

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Rimini hanno arrestato, in esecuzione di un’ordi...