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"La P3 voleva pressare i magistrati di Firenze per l'inchiesta G8"

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Nuove indiscrezioni sul caso Carboni, Martino, Lombardi, accusati con il coordinatore Pdl Denis Verdini

Roberto Amaglio
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Non solo la Consulta e le pressioni sul Lodo Alfano. A quanto si apprende leggendo l'ordinanza di custodia cautelare firmata nei giorni scorsi dal gip Giovanni De Donato, Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi (i tre accusati con il coordinatore del Pdl Denis Verdini di associazione per delinquere finalizzata alla violazione della legge Anselmi) volevano avvicinare anche i magistrati della procura di Firenze che stavano indagando sui Grandi Eventi e sugli appalti legati al G8. Impianto accusatorio – Secondo gli inquirenti, il gruppo utilizzava l'associazione culturale "Centro studi giuridici per l'integrazione europea Diritti e Libertà" di Lombardi come strumento "per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell'ambiente della politica e della magistratura". Tra le iniziative, poi annullate in seguito al fallito intervento di fare accogliere il ricorso elettorale della lista "Per la Lombardia" di Roberto Formigoni e organizzate tramite l'associazione culturale, "l'invito al convegno milanese programmato per il marzo 2010 (e poi annullato) rivolto ai magistrati della Procura di Firenze dopo l'esecuzione di alcune misure cautelari ad opera di quell'ufficio, nel mese di febbraio 2010, in relazione ad alcune ipotesi di reato che coinvolgevano rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo politico e dell'imprenditoria".

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