L’ospitata a Lo stato delle cose di Stefano Vitelli offre un'appassionante racconto sul delitto di Garlasco. Su Rai 3 da Massimo Giletti, nella puntata di lunedì 1 dicembre, ecco il giudice che in primo grado assolse Alberto Stasi. E Vitielli ribadisce tutto i dubbi che ancora oggi, a suo avviso, pesano sulla condanna definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. Al centro delle sue considerazioni, in particolare, l’assenza di un movente credibile e quel dato scientifico che continua a far discutere: il dna ritrovato sotto le unghie della vittima.
In un contesto in cui Andrea Sempio è sempre più sotto pressione, Vitelli ha rimesso in ordine gli elementi che lo portarono, all’epoca, a pronunciare l’assoluzione. "L'ho assolto perché le criticità erano numerose", ha ricordato in trasmissione, chiarendo come gli accertamenti svolti durante il processo non abbiano rafforzato l’impianto accusatorio, ma piuttosto moltiplicato le zone d’ombra. "È stato provato che Stasi era a casa sua, a lavorare alla tesi di laurea, dalle 9.35 alle 12.20. Nessuno lo ha visto uscire".
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L'accusa di aver ricevuto soldi per archiviare la posizione di Andrea Sempio "è, come ho già ripe...Uno dei punti su cui il magistrato insiste, come detto, riguarda il movente, che nel processo non sarebbe mai stato realmente individuato. "Qui il movente non c'è. Tra Alberto e Chiara non è emersa prova di un litigio né la sera prima né la mattina del 13 agosto. Tra l'altro, al mattino ci sarebbe stato anche poco tempo per litigare", ha sottolineato Vitelli, ricordando come l’assenza di una spiegazione plausibile per il delitto abbia avuto un peso decisivo nella sua valutazione complessiva. Da qui una riflessione che va oltre il singolo caso: "Quando ti trovi di fronte a un'obiettiva incertezza, hai il dovere, prima ancora che giuridico, morale, di assolvere per non mettere in galera un innocente".
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L’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi (condannato in via definitiva per l’omicidio di Chi...E ancora, il giudice ha avanzato ulteriori dubbi sulla ricostruzione ufficiale dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2017. Il riferimento più pesante è ancora una volta ai dati scientifici: "Stasi è stato dalle 9.35 alle 12.20 a casa e non ha un movente. Troviamo sulle unghie della vittima che sarebbe stata uccisa verosimilmente nella prima parte della mattinata non il dna di Alberto Stasi, ma di un’altra persona... Sentite quanto è ragionevole dubitare che sia stato Stasi a uccidere Chiara Poggi?"m conclude Vitelli.




