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Brucia un cadavere e lo nasconde in chiesa. Condannato a 15 anni di carcere

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L'assassino Fabrizio Castelli avrebbe spinto dalle scale un tunisino, Moussa Grine, lasciando il cadavere nell'edificio sacro di Salemi

bonfanti ilaria
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Il Gup di Marsala, Vito Marcello Saladino, ha condannato oggi a 15 anni e 6 mesi di carcere Fabrizio Castelli, di 30 anni, originario di Salemi. L'uomo è stato processato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. Castelli, infatti, era stato arrestato dai Carabinieri il 7 febbraio dello scorso anno per aver ucciso Moussa Grine, cittadino tunisino di 43 anni, il cui corpo era stato ritrovato carbonizzato nella chiesa della Madonna della Catena, a Salemi. Il cadavere era stato rinvenuto grazie a due cani del nucleo cinofilo di Palermo. I Carabinieri erano riusciti ad individuare sia il presunto assassino, che il movente. E, in un secondo momento, avevano accertato che il delitto era stato commesso l'8 gennaio 2009. L'extracomunitario, in regola con il permesso di soggiorno, era sposato e viveva da alcuni anni a Salemi, dove lavorava come bracciante agricolo stagionale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il tunisino, la sera in cui era stato ucciso, si sarebbe trovato a bere qualcosa insieme a Castelli, in un locale del centro storico di Salemi. Da lì i due si sarebbero poi spostati nella casa canonica continuando a bere. Il tunisino, a quel punto, sarebbe rimasto senza soldi e avrebbe preteso del denaro da Castelli. Tra i due sarebbe quindi scopppiata una lite e il giovane salemitano avrebbe spinto l'extracomunitario giù per le scale, dal primo piano dell'edificio. Nella caduta il tunisino avrebbe battuto la testa sui gradini, morendo sul colpo. Castelli avrebbe così trascinato il cadavere lungo il giardino che separa la canonica dalla chiesa fino a portarlo all'interno dell' unica navata. E, a distanza di giorni, gli avrebbe dato fuoco.

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