La bellezza di 6,8 milioni di euro. I signori abusivi del centro sociale Askatasuna che per 29 anni hanno occupato il palazzo di proprietà del Comune di Torino - dovrebbero versare i danni che nel luglio scorso l’Avvocatura dello Stato ha richiesto nel corso del maxiprocesso ai danni di 28 militanti del centro sociale torinese Askatasuna. La richiesta è stata presentata nel corso dell’ultima udienza per conto della Presidenza del consiglio e dei ministeri dell’Interno e della Difesa, costituitisi parte civile. Già nel corso della prima udienza a ottobre 2022 la rappresentante dell’Avvocatura aveva annunciato la richiesta di risarcimento a causa dei danni provocati agli agenti dall’esposizione ai gas lacrimogeni utilizzati per disperdere le manifestazioni.
La memoria depositata dai legali dell’avvocatura distrettuale (Mauro Prinzivalli e Alessandra Simone) includono 4,1 milioni di euro necessari al «ripristino dell’ordine pubblico», ovvero danneggiamenti ma anche il costo degli straordinari del personale, le spese per l’assistenza degli agenti feriti, gli stanziamenti per le unità che presidiano l’area del cantiere del Tav in Valsusa. Un altro capitolo è dedicato al «danno non patrimoniale», che racchiude la «lesione del prestigio di un’ente» o l’«eco mediatica» e le «ricadute socioeconomiche negative». A sua volta la Telt, la società che si occupa della costruzione del Tav, ha chiesto un milione di euro di risarcimento, parlando di «tentativi di sabotaggio quasi all’ordine del giorno».
Nel corso dell’ultima udienza a dicembre la pm Manuela Pedrotta aveva richiesto 88 anni di carcere per gli imputati, 16 dei quali sono accusati del reato di associazione a delinquere. La prossima udienza sarà il turno degli avvocati difensori, mentre la sentenza potrebbe arrivare in primavera. I rappresentanti locali dei partiti di centrodestra hanno provato ad avere dall’ente comunale il conto delle spese sostenute: circa 150mila euro solo tra utenze e manutenzione. Troppo spesso viene dimenticato il ferimento e l’invalidità permanente dell’ex carabiniere Luigi De Matteo, congedato dopo le botte dei no Tav. Il 3 luglio del 2011 l’allora Questore di Torino fu costretto ad una estenuante trattativa con i capi di Askatasuna per la riconsegna del militare. A De Matteo le ferite gli procureranno danni permanenti.