Barbone bruciato, 4 fermi
"Volevamo divertirci"
Hanno agito così, "per divertimento", dicono loro. Erano in quattro, tutti ragazzi di buona famiglia, della Rimini bene, lavoratori o studenti. Eppure quella sera, quando hanno visto quel barbone di 44 anni steso sulla panchina, tutto infagottato per proteggersi dal freddo, non ci hanno pensato due volte: hanno preso la benzina, l'hanno versata sul suo corpo assopito, quindi gli hanno dato fuoco. Le forze dell'ordine e gli inquirenti ne hanno chiesto l'arresto con l'accusa di tentato omicidio volontario e incendio; un'accusa gravissima per i quattro giovani riminesi, tutti incensurati e "modello" agli occhi di tutti, che hanno dato un duro colpo alle loro famiglie e all'intera comunità. Alessandro Bruschi, 20 anni, Enrico Giovanardi, 19, Fabio Volanti, 20 e Matteo Pagliarani, 19 sono i responsabili dell'attentato incendiario ad Andrea Saveri. Bruschi fa il barista, Giovanardi è un perito chimico tirocinante, Pagliarani è elettricista e Volanti uno studente universitario. L'operazione è stata battezzata 'Gioventù bruciata', ed è partita dalle testimonianze di alcuni cittadini; uno dei quali aveva segnalato di aver visto una macchina la cui targa conteneva una 'G'; altri hanno riferito di aver ascoltato alcuni strani discorsi da parte di un gruppo di giovani a proposito dell'episodio. La Mobile ha ottenuto l'autorizzazione per piazzare microfoni ambientali nei luoghi dove il gruppetto era solito riunirsi, e sono stati messi sotto controllo i telefoni cellulari di tutti i componenti. Da qui le prove dell'accaduto: i quattro parlavano apertamente del loro gesto, spesso preoccupati di come le indagini stavano andando avanti, almeno a leggere i giornali. Prelevati dalle loro case dagli agenti della Squadra mobile, prima hanno negato, quindi hanno confessato anche altri episodi di violenza contro le o stesso clochard: gli avevano tirato sassi e mortaretti. Per quanto riguarda il folle gesto dell 10 novembre scorso,i quattro non hanno saputo trovare alcuna giustificazione: voleva essere solo una terribile bravata, nessuna matrice politica o razzista. Ilsenzatetto , che ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul cinquanta per cento del corpo, è ancora ricoverato al Centro grandi ustionati di Padova.