Giappone in ginocchio, ma non terrorizzato. Lezione per il nucleare in Italia
Giuliano Ferrara debutta con 'Radio Londra' su Rai Uno parlando del terremoto asiatico
Ecco il discorso di Giuliano Ferrara nella prima, attesissima puntata di Radio Londa, in onda su Rai Uno alle 20.35 dal lunedì al venerdì. Il direttore del Foglio ha inaugurato la sua striscia quotidiana commentando i drammatici avvenimenti del Giappone. Buonasera, io ho paura. Mi vergongno un po' di dirlo. Non dovrei dirlo. Ma ho paura. Tutti hanno paura. Ma non tutti hanno paura nello stesso modo. Guardate qui. (Video di un telegiornale giapponese con le immagini dello tsunami) Avete sentito la telecronista. Il mare si sta mangiando il paesaggio. La natura si è spaccata. Il creato si rivolta contro se stesso, e lei guarda. Avete sentito le sue parole, il timbro delle sue parole, il timbro musicale di quello che dice. Sono come il ticchettio di una macchina per scrivere, come il vecchio sibilo di una telescrivente. Gli orientali hanno paura in modo più calmo, riflessivo. Gli orientali, i giapponesi, di fronte al terremoto, al maremoto, e alla storia tremenda che si sta svolgendo sotto i nostri occhi - il dramma e il rischio della fusione del materiale fissile in una centrale nucleare - riescono a trovare quella calma, quella pace della ragione e del cuore che è così difficile trovare da noi. Hanno ancora qualcosa di arcaico, qualcosa di antico. Non pensano di essere padroni della storia e della natura, come accade in Occidente. Non pensano di essere al centro del mondo. Fanno anche loro le cose che facciamo noi: il Giappone è la terza economia del mondo, fabbricano i figli, li selezionano, vogliono decidere della nascita e della morte in base a quello che dice loro la tecnologia, la tecnoscienza. Ma nonostante questo, nel momento più drammatico, nel momento più tragico, riescono a riafferrare da qualche parte un senso della realtà così diverso dal nostro. L'imperatore ha chiesto di stare al buio, di fare i turni. L'imperatore del Giappone è considerato - non più nella Costituzione del Giappone, che ha riformato questa antica credenza - ma è considerato discendente della divinità, è una specie di dio in terra. E la sostanza è poi questa: dio, in Giappone, ha chiesto che spengano la luce, ha chiesto di stare al buio. La forza simbolica, che trasmette anche a noi che le vediamo attraverso i telegiornali, le immagini di questa battaglia intorno all'immenso calore - come una specie di calore solare compresso dentro il reattore nucleare - ci dice che anche noi dovremo avere per il futuro nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti, quando discuteremo del nucleare, la stessa calma. Il paese di Hiroshima, e adesso anche di Fukushima, ci da una grandissima lezione, una lezione di filosofia della vita, la cosa più importante che ci sia. E noi dobbiamo controllare la nostra paura senza negarla. E' inutile stare a dire "non è successo niente, andiamo avanti come nulla fosse". Senza negarla, ma mettendola al guinzaglio, come una bestia che vuole mordere, e che morde soprattutto noi. Se vinceranno la loro battaglia nella centrale di Fukushima potremo dire ch,e anche nella più grande devastazione, quella fonte indispensabile di energia per i prossimi anni è relativamente al sicuro. Ma se non la vinceranno, dovremo pensarci molto bene. Come dicono gli inglesi: "Better safe than sorry". Meglio pensarci adesso, fare attenzione adesso che compiangersi domani. Buonasera. di Giuliano Ferrara