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Ero in guerra ma non lo sapevo

La verità di Torregiani

Silvia Tironi
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Continua su Libero la pubblicazione a puntate del libro "Ero in guerra ma non lo sapevo", il racconto di Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioiellere ucciso il 16 febbraio 1979 dai Pac, i Proletari armati per il comunismo, la formazione clandestina alla quale apparteneva Cesare Battisti, riconosciuto colpevole dai tribunali italiani ed ora fuggito in Brasile, dove è stato riconosciuto rifugiato politico. Il ministro della giustizia Tarso Genro ha motivato la decisione sul fondato timore di persecuzione del Battisti per le sue idee politiche, nonché i dubbi espressi sulla regolarità del procedimento giudiziario nei suoi confronti. "Caro Battisti - scrive Torregiani -, leggi qui come hai ucciso mio padre e mi hai costretto a vivere su una sedia a rotelle". Nato a Novara il 19 febbraio 1964, Torregiani non ha avuto certamente una vita facile. Adottato assieme alla sorella dalla famiglia dell'orefice milanese, Alberto dall'età di quindici anni è costretto sulla sedia a rotelle dopo essere rimasto coinvolto nella sparatoria che ha portato alla morte del padre Pierluigi. Maggiorenne, ha ripreso gli studi conseguendo il dottorato di informatica presso l'Ibm Italia a Milano. A trent'anni da quel giorno maledetto, attraverso il libro ha trovato la forza di raccontarsi. Da anni è tornato a vivere a Novara dove lavora presso l'amministrazione comunale.

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