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Formigoni accoglie i profughi: "La tendopoli ha anche aspetti positivi"

In Toscana i cittadini insorgono contro il campo, ma il governatore della regione Lombardia non dice no all'arrivo dei libici

Federica Lazzarini
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Il governatore Roberto Formigoni apre alla tendopoli per i profughi in Lombardia: "I campi da allestire per accogliere gli immigrati libici non hanno solo aspetti negativi ma possono averne anche di positivi". Così il presidente della Regione corregge la linea seguita ieri dall'assessore alla Sicurezza e protezione civile, Romano La Russa, che aveva espresso le sue perplessità sull'allestimento di una tendopoli in territorio regionale. Già Puglia e Sicilia si sono dette disponibili, un secco no è arrivato invece dalla rossa toscana. A margine di un incontro a Palazzo Pirelli, Formigoni ha tentato di interpretare le parole dell'assessore La Russa: "Il parere negativo sulle tendopoli è da ritenersi espressione di preoccupazioni personali, non esprime la linea della giunta. Io credo che potrebbero esserci anche numerosi risvolti positivi. I profughi non possiamo accoglierli nel centro delle città - ha spiegato il governatore -  Se ci fosse un'area isolata, già utilizzata per scopi militari e si potesse allestire qualcosa di simile a una tendopoli, sarebbe un progetto da valutare". Sull'incontro di oggi con il governo, il presidente aggiunge: "valuteremo senza accettare a scatola chiusa ma senza un no pregiudiziale. Ascolteremo le proposte del governo e discuteremo per trovare la risposta più adeguata". DE CORATO: "MILANO OFF LIMITS PER I PROFUGHI" -  Se formigoni si è detto possibilista, un apronta stroncatura è arrivata dal vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato: "Milano è off limits a clandestini e profughi. La città ha già dato abbastanza e non può diventare una succursale di Tunisi o una colonia del Nordafrica.  Men che meno accetteremo tendopoli: roba da terzo mondo". Secondo il vicesindaco la tendopoili verrebbe a rappresentare un serio rischio di sicurezza per i residenti delle zone limitrofe al campo.  TOSCANA - Nel frattempo, anche la Toscana insorge. Negli scorsi giorni il governo aveva infatti selezionato l'ex area radar di Colatano, in provincia di Pisa, per la costruzione di una grande tendopoli destinata ad accogliere circa 500 migranti dal nordafrica. Si era detto contrario il governatore della Toscana Enrico Rossi: "Siamo a favore dell'accoglienza, ma deve essere dislocata in tante piccole strutture autonome, non in un grande capo profughi". Protesta inascoltata, il governo, come preannunciato da Maroni, ha uscato il pugno duro ed iniziato i lavori di impermeabilizzazione dell'area, parzialmente paludosa. Nella tarda mattinata di martedì 30 marzo è iniziato un presidio di protesta dei cittadini. I manifestanti hanno affisso sulla recinzione dell'area degli striscioni di protesta, con scritto "Coltano non è un lager", "Pisa è satura", "Coltano ha già dato, ora basta”. L'area prescelta ospita infatti anche un campo rom. "Avevamo respinto la designazione di Colatano. Un grosso concentramento vicino ad una sola città potrebbe creare problemi - ha detto Marco Filippeschi, sindaco Pd di Pisa - Anche per la prima fase d'emergenza si propone una soluzione diffusa sul territorio, con l'impegno di più Comuni e   Province. Ora il Governo deve dare ascolto alla Toscana, senza altri atti d'imperio".Alle 17, a Roma, il   presidente della Regione Rossi proporrà alla Conferenza Stato-Regioni di dislocare i migranti in tante piccole strutture diffuse sul territorio, cancellando l'ipotesi Colatano.

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