Lampedusa, a fuoco il Centro
Scontri e feriti
Brucia il centro di accoglienza di Lampedusa. A provocare il vasto incendio, con fiamme alte oltre dieci metri, sono stati alcuni clandestini ospiti della struttura. Un centinaio di tunisini ha prima cercato senza riuscirci di sfondare dall'interno i cancelli della struttura, quindi ha ammassato materassi, cuscini e carta straccia appiccando le fiamme, che hanno già interamente distrutto una palazzina del Centro di identificazione ed espulsione. Le operazione di spegnimento del rogo sono rese difficili, oltre che dal forte vento, anche dai pochi mezzi a disposizione, che oltretutto non possono raggiungere il Centro a causa della stretta via d'accesso. Durante le operazioni di spegnimento dell'incendio uno dei pompieri è rimasto intossicato ed è stato portato al poliambulatorio dell'isola. I vigili del fuoco del distaccamento aeroportuale di Lampedusa, impegnati nello spegnimento dell'incendio, sono complessivamente 40. Intanto un gruppo di immigrati è stato sistemato nei pressi della recinzione perimetrale, lontano dalle fiamme, un altro è stato invece spostato verso la collina che sovrasta il Cie. Scontri con la polizia - Intanto sull'isola la tensione è alta, a causa dei violenti scontri scoppiati tra un gruppo di immigrati e le forze dell'ordine, costrette a chiedere rinforzi e a utilizzare gas lacrimogeni. Diversi i feriti, sia tra la polizia sia tra gli extracomunitari. Gli scontri sono scoppiati dopo che martedì scorso 300 tunisini hanno cominciato lo sciopero della fame per protesta contro il trasferimento di 107 loro connazionali a Roma, in vista del rimpatrio coatto. Nella struttura, trasformata dal Viminale da Centro di prima accoglienza e soccorso a Centro di identificazione ed espulsione, si trovano in questo momento 863 immigrati, in gran parte tunisini.