Roma, uccise due ladri
Orefice si toglie la vita
Si è tolto la vita nella sua abitazione Massimo Mastrolorenzi,l'orefice romano di 65 anni che nel 2003 uccide due rapinatori chestavano tentando il colpo nella sua gioielleria al Testaccio.Il 20 febbraio scorso il pm riformulò l'accusa nei confronti dell'uomo: non più eccesso di legittima difesa ma duplice omicidiovolontario. E con questa accusa Mastrolorenzi sarebbe dovuto compariredavanti al gup. Sul balcone dell'appartamento dove si è impiccato Mastrolorenzi,residente in via Casalotti, alla periferia di Roma, i pompieri hannotrovato la convivente dell'uomo, ferita. Ladonna ha raccontato di essere stata picchiata con un bastone dal commerciante.Le ferite e le frattute riportate, secondo i sanitari del118, sono compatibili con un pestaggio. All'interno dell'abitazione il corpo senza vita del gioielliere. Probabilmente i due, prima del gesto dell'uomo, avevano avuto una pesante discussione. Il fatto del 2003 - Il 9 maggio del 2003, picchiato e legato da due rapinatori che avevanofatto irruzione nella sua gioielleria in via Aldo Manuzio, Massimo Mastrolorenzi riuscì a liberarsi e sparò ai due malviventi: furono sparati cinque colpi di pistola,che uccisero i due banditi, Giampaolo Giampaoli e Roberto Marai. La vicenda giudiziaria - Prima di essererinviato a giudizio per eccesso di colposo di legittima difesa il 20ottobre 2006, il gioielliere era stato prosciolto, l'11 marzo 2005, dal gupGiorgio Maria Rossi che aveva parlato di legittima difesa dell'imputato. La sentenza era stata annullata successivamente dallaquarta Corte d'appello per vizi di forma e il procedimento era quindi tornato al vaglio del giudice di primo grado. Mastrolorenzi era anche stato coinvolto in unaseconda vicenda giudiziaria conclusa con una condanna a otto mesi direclusione e 400 euro di multa per porto e detenzione di armi: icarabinieri lo bloccarono in evidente stato confusionale mentre giravaper il quartiere Testaccio a bordo di uno scooter e con addosso tre pistole regolarmente denunciate. La rabbia del figlio - Il gesto del padre è stato accolto con grande rabbia dal figlio. Il quale, appena giunto con l'auto fuori l'ingresso dell'edificiodove viveva il genitore, ha urlato, rivolto a giornalisti e fotografi in strada: "La pagherete tutti. Vi veniamo a cercare sotto casa. Avete già pubblicato le foto di mio padre a suo tempo sui giornali".