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L'annuncio di Berlusconi: "Via dall'Afghanistan nel 2014"

Il Cav a Porta a Porta annuncia: "Si torna a casa". Fine dell'impegno militare a Kabul

Andrea Tempestini
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Si torna a casa. Il  presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervistato ieri sera da Bruno Vespa nella puntata di “Porta a porta” dedicata all'11 settembre, ha annunciato la fine dell'impegno militare italiano a sostegno di Kabul. Dall'Afghanistan «i primi soldati li porteremo a casa alla fine di questa primavera», ha detto il premier, «e via via diminuiremo la nostra presenza fino a non avere più forze nel 2014». «Insieme agli alleati», ha spiegato Berlusconi, «abbiamo previsto una strategia per consegnare tutto il sistema della sicurezza dei cittadini nei confronti dello Stato e nei confronti di eventuali nemici dello Stato alla forze afghane che dipenderanno direttamente dal Governo locale». Berlusconi ha anche rievocato il suo 11 settembre 2001: «Io vidi», ha raccontato il presidente del consiglio, «come tanti alla televisione quel che successe e mi misi a piangere senza più fermarmi». La questione del ritiro dall'Afghanistan fa discutere anche negli Stati Uniti. Ieri, l'ex sindaco repubblicano di New York, Rudolph Giuliani, ha attaccato il presidente Barack Obama, colpevole di aver messo in pericolo l'America con l'annunciato ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan. «L'impulso più pericoloso che abbiamo sviluppato dall'11 settembre è l'impazienza dimostrata con la decisione di programmare il ritiro delle nostre forze armate», ha affermato Giuliani, che dieci anni fa - come primo cittadino della Grande Mela, fu in prima linea nei drammatici giorni che seguirono gli attentati. Definendo la linea del presidente americano «un pericoloso modello storico», Giuliani ha osservato che la «sicurezza dell'America richiede una presenza militare di lungo periodo nelle parti del mondo dove vi sono persone e organizzazioni che complottano per ucciderci». Quindi l'Afghanistan ma anche l'Iraq, dove per Giuliani le truppe Usa dovrebbero rimanere finchè non abbiano «eliminato» ogni minaccia.

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