Caffarella, due nuovi arresti
"Il test del Dna è positivo"
Due cittadini romeni di 18 e 27 anni sono stati arrestati nell'ambitodelle indagini sullo stupro della Caffarella, avvenuto il 14 febbraioscorso a Roma. Vittima una ragazzina di 14 anni. Secondo gli inquirenti i due, che sarebbero stati sottoposti ad accertamenti comprese lecomparazioni con i test del dna estrapolato dai reperti trovati sullaragazzina di 14 anni violentata e sulla scena del crimine, sarebbero gli autoridella violenza sessuale. Le prove sarebbero schiaccianti: il loro Dna corrisponde a quellotrovato sui vestiti della ragazzina. In più sono stati riconosciuti dai fidanzatini come autori della violenza, dopo che nei giorni scorsi avevano indicato come autoridello stupro gli altri due romeni arrestati, Alexandru Isztoika Loyos eKarol Racz. Entrambi hanno diversi precedentipenali ed erano detenuti, uno aRoma e l'altro a Trieste, per una rapina compiuta il giorno successivo allo stupro,il 15 febbraio. Nel corso delle indagini sullo stupro della Caffarellagli investigatori avevano stilato una lista degli autori di furti inparchi e zone isolate della Capitale. Da questa attività sono risalitia uno dei due romeni il cui profilo genetico corrisponde a uno diquelli isolati sui reperti. Indagando sulle sue frequentazioni sonorisaliti al secondo romeno, detenuto a Trieste, e anche in questo casoil Dna è risultato compatibile con l'altro profilo genetico individuatodalla Scientifica. L'arresto dei due, di fatto, scagiona gli altri due romeni arrestati lo scorso 18 febbraio, AlexandruIsztoika Loyos e Karol Racz. La pista romena aveva preso corpo dopo la localizzazione, avvenuta nei giorni scorsi, dei cellulari rubati la sera dello stupro ai due fidanzatini aggrediti. Uno era stato rintracciato a Roma, l'altro in Romania. I telefonini, dai quali i violentatori avevano tolto e buttato le schede, sono rimasti muti per settimane, poi hanno ripreso a funzionare e subito sono scattate le intercettazioni, grazie alle quali nel mirino degliinvestigatori è finito un gruppo di albanesi, il cui ruolo però finoad oggi non è stato ancora chiarito. Intanto, Alexandru Loyos e Karol Racz restano in carcere, nonostante il Dna assicuri che non sono loro gli stupratori della Caffarella. A metterli nei guai sono per Loyos le accuse, secondo il giudice infondate, lanciate dal 'biondino' contro la polizia romena, e, per Racz, il sospetto che 'faccia da pugilè possa essere l'autore dello stupro di Primavalle, nonostante, anche in questo caso, i primi esami lo scagionino.