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Stupro di Capodanno, il Gip:

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non voluto, è meno grave

Albina Perri
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Violenza, sì, ma non voluta. Causata dalla rabbia, dall'alcol o dalla droga. E compiuta durante un rapporto sessuale consenziente. Violenza preterintenzionale, insomma. Lo dice il Gip del tribunale di Roma, Guglielmo Muntoni, parlando di Davide Franceschini, il ragazzo accusato dello stupro di Capodanno. Il quadro indiziario nei suoi confronti permane, ma gli stessi indizi «appaiono assai meno gravi non potendosi escludere che la versione fornita da Davide  sia sincera e che le lesioni più gravi non fossero volute ma siano state invece frutto di un gesto violento, compiuto durante un rapporto consensuale, per un moto di rabbia e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e alcoliche che rendevano lo stesso Franceschini poco in grado anche di valutare gli effetti del gesto». Per questo il Gip gli ha revocato custodia cautelare in carcere, rimettendolo in libertà. Franceschini era stato arrestato nelle scorse settimane e poi gli era stata revocata una prima volta la misura cautelare in carcere su richiesta dalla Procura di Roma. Circostanza che aveva causato polemiche politiche e la elaborazione del decreto cosiddetto anti-stupro dal quale era scaturita una nuova ordinanza in carcere revocata ieri dal Gip. Ora la motivazione: usare violenza in uno stato alterato, dalla rabbia o dall'alcol o dalla droga, non è stupro, se il rapporto è iniziato in maniera consensuale. Discutibile?

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