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La ricostruzione: una manovra da bullo

Un blogger ricostruisce la sciagura del concordia: "Rotta verso il giglio intenzionale. L'inchino eseguito malissimo, poi però..."

Giulio Bucchi
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Una manovra da bullo, ed eseguita pure male. Che l'inchino della Costa Concordia alla costa dell'isola del Giglio sia venuto tragicamente male lo dicono i fatti: 6 morti, 16 dispersi. Ma ora a spiegare come e perché la manovra del comandante Francesco Schettino sia stata sbagliata lo spiega un "tecnico", un blogger di velasenzaparole.com , che ha provato a ricostruire la rotta della nave. La rotta - Consultando il sito Marine Traffic, che registra le traiettorie di tutte le navi, risulta evidente che l'avvicinamento del Concordia al Giglio sia stato intenzionale. Il blogger quindi cita La Stampa e il carteggio tra un comandante della linea ed il direttore di Giglio News: "Si evidenzia un reciproco piacere nel passaggio radente l'isola, da parte degli isolani nel salutare un gigante del mare (quasi 300 metri di lunghezza) e nei passeggeri e nel comandante nel vedere la terra così vicina". Fino alle 20,33 (UTC, 21,37 locali), il Concordiastava viaggiando a 15,4 nodi, con rotta 276, puntando cioè a Sud del porto, verso Cala delle Caldane. Quattro minuti dopo, alle 20,37 UTC, la velocità è sempre elevata, ma la rotta è 285, a meno di 2 miglia dalle rocce. Intorno alle 21.45 la nave dovrebbe colpire il bassofondo roccioso delle Isole Le Scole. "E' certo che fosse troppo vicino alla costa -ribadisce il blogger -, la legge vieta la navigazione a meno di 300 metri dalla riva. Lo stesso comandante nella intervista al TGCom, parla di 100-200 metri dagli scogli, poi si corregge e dice 300, probabilmente per non incolparsi". In realtà, spiega ancora il sito, "la nave è passata a meno di 20 metri dall'ultimo scoglio emerso, a meno di non voler accettare la tesi che in una zona così battuta non ci fosse uno scoglio non segnalato". Il salvataggio - Un pinnacolo sconosciuto alle mappe? "Dubito. Credo invece che una banale immersione anche in apnea davanti alle Scole mostrerebbe evidenti tracce dell'impatto e la fresca frattura sulla roccia. Dunque tutto ciò sarà presto e facilmente accertato, mi auguro". Quello sperone di roccia è rimasto incastrato nello scafo del Concordia: "La nave evidentemente stava ancora curvando quando ha colpito gli scogli e li ha presi non con la prua ma "scodando". La virata che doveva portarli a sfilare davanti al porto è passata troppo vicino a Le Scole e se ne è portata via un pezzo". Qui l'ultima manovra di Schettino: avrebbe tentato di arrestare la nave, facendola ruotare (quello che hanno chiamato "testacoda") e mandarla verso terra. "Una manovra brillante, che ha salvato la vita a 4.000 persone e forse anche la nave. Ha permesso di non farla affondare e, forse fortunosamente, di far emergere la frattura, impedendo l'ingresso di altra acqua", si sottolinea sul sito. Ciò non toglie che la manovra iniziale sia stata una "manovra da bullo, come dice Libero, eseguita pure male, dico io".  

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