Ecco la misteriosa telefonata Renzi-Mineo sulla Boschi
La data è 11 giugno 2014, l'ora poco prima di cena. E' in quel momento che a Corradino Mineo, ancora senatore del Pd arriva una telefonata inattesa da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Quel pomeriggio Mineo è stato sostituito dal Pd nella commissione affari costituzionali del Senato che sta affrontando la celebre riforma costituzionale. Anche senza Mineo- che vuole un Senato elettivo- la maggioranza in commissione ci sarebbe, per cui quella sostituzione sembra solo punitiva…“Pronto, Corrado? Sono Matteo…”, l'esordio della telefonata ha tono cordiale. Renzi prosegue: “sei furioso, eh? Ti capisco…”. Mineo lo interrompe: “…avete preso una decisione tanto antipatica quanto inutile, certo che sono furioso…”. Renzi sospira: “… beh, avete… Non è così. Io sinceramente ero pure contrario…”. Mineo si arrabbia: “… dai, non questo. Almeno non prendermi in giro!”. Renzi: “no, no… dico davvero… Non sono stato io. L'ha voluto a tutti i costi Maria Elena, ed è lei che si è irrigidita sul Senato non elettivo. A me andava bene la riforma anche eleggendo i senatori, ma lei si è impuntata. Se dicevo di no, poi facevo la pazza… Comunque è una sostituzione tecnica, solo temporanea.. Mi capisci, no…?”. Ecco, è questa la telefonata cui si riferiva Mineo in quello che è sembrato un antipatico pizzino: “Renzi è succube di una donna bella e decisa…”, in cui il senatore fuoriuscito dal Pd sembrava alludere a ben altro confessato in privato. Il giorno dopo Mineo ha fatto una parziale marcia indietro, fingendosi stupito che la stampa avesse interpretato quel pizzino con “allusioni sessuali”, quando lui si riferiva a questioni politiche. In effetti così è stato. E non è affatto detto che Renzi sia politicamente succube di Maria Elena Boschi. E' assai più probabile che come con tanti altri si sia fatto beffe di Mineo, raccontando la prima favola che gli è venuta in mente… Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis