Spiagge: Balneari, bene leggi regionali liguri a tutela categoria
Genova, 19 giu. (Labitalia) - "Chiediamo al governo di rinunciare all'impugnativa davanti alla Corte Costituzionale e trasformare in nazionali le due leggi che la Regione Liguria ha emanato il 10 novembre 2017 a tutela dei balneari liguri: la n. 25, 'Qualificazione e tutela dell'impresa balneare', e la n. 26, 'Disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative'". Questa la richiesta dei vertici del Sib, Sindacato italiano balneari Fipe-Confcommercio all'incontro di oggi con Marco Scajola, assessore regionale al Turismo della Regione Liguria e coordinatore della commissione Demanio alla Conferenza delle Regioni. "Entrambe le leggi regionali -spiega il Sib- furono approvate a larghissima maggioranza (la 25 addirittura all'unanimità), e ricevettero il consenso di tutte le associazioni di categoria. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 23 delle Norme integrative sui giudizi davanti alla Corte Costituzionale, poi, la rinuncia al ricorso estinguerebbe i processi pendenti davanti alla Corte Costituzionale le cui udienze di discussione sono state fissate per il 6 novembre e per il 20 novembre". Il Sib ritiene che questa rinuncia, "che potrebbe essere già deliberata in uno dei prossimi Consigli dei ministri, costituirebbe un importante atto politico del governo a concreta conferma di una inversione di tendenza sulla questione balneare sia nei confronti dell'Unione europea che degli apparati giudiziari e amministrativi dello Stato, in attuazione proprio del cosiddetto 'Contratto di governo' che, al punto 29, manifesta la volontà politica per il 'superamento degli effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dalla direttiva Bolkenstein'". "A ciò si aggiunga - prosegue - che proprio i principi comunitari, così come declinati dalle sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea, impongono la tutela del legittimo affidamento e della proprietà aziendale". "L'inerzia del governo -continua il Sib- nel riordino della materia del demanio marittimo (prevista con il decreto legislativo 194 del 31 dicembre 2009) sta determinando non solo il blocco degli investimenti nel settore ma, anche, un continuo stillicidio delle imprese balneari a causa della giurisprudenza. Se da una parte, infatti, quasi quotidianamente, si hanno notizie di imprese balneari che, con la perdita della concessione, sono costrette a chiudere e a licenziare i propri dipendenti, dall'altra la Corte Costituzionale continua a bocciare, contestandone il difetto di competenza, tutte le iniziative delle Regioni che vogliono supplire al Parlamento nazionale con proprie leggi regionali". In questa problematica, pertanto, avverte, "è ormai non differibile che il governo e il Parlamento nazionale facciano presto e bene ad iniziare dalla rinuncia al ricorso avverso le leggi della Regione Liguria". “In ogni caso siamo pronti a un confronto con le istituzioni volto a studiare soluzioni alternative valide ed efficaci - afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato- che possano garantire un futuro alle 30.000 aziende balneari italiane, oggi fiore all'occhiello dell'offerta turistica nazionale, e mantenere gli attuali livelli occupazionali”.